Un incontro dove si è parlato di autismo e scuola. Fantastica location, zelo e fervore ammirabili, e non lo dico con ironia. Persino amministratori illuminati, quanto c’è di più vicino a noi autistici della politica nazionale, addirittura l’idea follemente seducente che un vecchio palazzo del 500, con vista mozzafiato, possa presto diventare un laboratorio per restituire dignità d’esistenza ai nostri ragazzi. La serata non poteva finire meglio, davanti a una tagliata al rosmarino…Ancora progettando e sognando.
Questa mattina sono ripartito all’alba verso Roma. Mentre aspettavo il trenino, che in un paio d’ore mi avrebbe portato a casa, incrocio nella stazione semideserta una mamma che si trascinava sottobraccio il gigante autistico che la sorte le ha dato in dotazione. Lo faceva sorridendo e monologando con lui per tranquillizzarlo…Come noi si fa di solito quando si teme la straveria sempre in agguato. Il ragazzo indossava il classico caschetto imbottito…La misura preventiva necessaria quando i nostri figli si danno pugni o prendono a testate il muro.
Ho pensato che quella madre di boxeur, che combatte solo contro se stesso, nemmeno avrà saputo che, nella sua cittadina e per tre giorni, hanno parlato di quella roba che assorbe ogni istante della sua vita.
Ne hanno parlato psicologi, insegnanti, professori, esperti. Si è parlato di leggi, di formazione, di programmi didattici e psicopedagogia, ma era tutta gente che il suo ragazzo non l’avrebbe mai visto in faccia, troppo grande ormai per un banco di scuola, troppo autistico di sicuro perchè i professionisti della neurodiversità si prendano concretamente a cuore i suoi fragili pensieri. I pensieri ballerini di un autistico fantasma che la mamma protegge come può, con le sue sole forze e un caschetto di gommapiuma rosso.
Gianluca non mollare!, che quello che stai facendo ha già fatto fare passi da gigante. Noi ci siamo, e insieme “qualcosa ci inventeremo” per i nostri figli. E anche per l’amico con il casco rosso e per la sua mamma. Poi – a cose fatte – ci seguiranno anche psicologi, insegnanti, professori, esperti …
Condivido a pieno tutte le parole scritte da Silvia. Forza… uno per tutti tutti per uno!!
Odio il pietismo, sono per l’azione!
Risponde Gianluca: E che hai fatto finora?
Cari colleghi, sto scrivendo da Baltimora dove ho portato il mio gigante autistico di 22 anni autolesivo. Un mese di terapia intensiva e il suo comportamento e’ straordinariamente migliorato. Non canto vittoria perché tornerò’ in Italia e … Speriamo non regredisca. La behavioral unit del Kennedy Krieger e’ come Marte per noi terrestri italiani, che continuiamo a dirci le stesse cose. Ci siamo fermati e ci beiamo di noi stessi senza la voglia di guardarci intorno e imparare nuove cose. Paola
Paola ci sarebbe tanto utile se tu potessi raccontarci di più