Faremo un grande film che racconterà le vere storie dei nostri figli autistici, ma anche di noi genitori, dei fratelli, delle persone che di loro si occupano.
Soprattutto di quelli che che fanno finta di occuparsene, quelli che fanno orecchie da mercante, quelli che sull’angoscia delle famiglie fanno solo i loro interessi.
Nei miei libri ho raccontato come potevo quello che ho conosciuto e quello che ho visto sui nostri giganti indifesi, e forse è servito a renderli meno invisibili, ma non basta ora serve un film.
Altro che “i bambini che ci guardano”, lo faremo sui bambini giganti che nessuno vuol guardare, li faremo vedere talmente belli da farci invidiare.
Non sarà un’ impresa impossibile, anzi penso che dovremo pure sbrigarci prima che qualcuno pensi di girare il solito film strappalacrime fatto di angeli, figli delle stelle, geni matematici, madri votate al martirio ed eroici scopritori del segreto della guarigione avversati da complotti, medici cattivi, adoratori del diavolo e genitori prezzolati.
Ce lo produrremo in autonomia se sarà necessario (ma se qualcuno ci aiuterà meglio ancora…). L’ importante è che ci crediamo. Un grande film può molto più di tante parole, tanti convegni, tante giornate passate per i corridoi degli uffici a chiedere come una grazia quello che ai nostri figli spetta come diritto.
Cosa vorrei che venisse fuori da questo film? Esattamente quello che ognuno di voi riuscirà a sentire guardando questo breve trailer. E’ stato girato dai ragazzi di Zoofactory, miei amici che nulla hanno a che fare con l’autismo, ma sono voluti venire a vedere quello che succedeva nel giorno più bello che ricordi da quando seguo da vicino storie di giganti indifesi.
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Era quel memorabile 2 aprile 2015, il giorno in cui alcuni di noi decisero che “I nostri figli sono opere d’ arte”, sfido chiunque a distinguere tra i tanti ragazzi sparpagliati in un museo d’ arte quelli “segnati” da quelli “normali”. Sono tutti allegri e impegnatissimi, si divertono perché si sono in un posto fantastico dove è permesso disegnare su una parete, giocare a calcetto, provare un’ arte marziale cinese che si chiama WingTzun, e tante altre cose che nessuno penserebbe possibili in un meraviglioso museo d’ arte.
Nessuno si è lamentato, nessuno si è spaventato, nessuno è stato umiliato, relegato, isolato…E’ stata una festa per tutti. Guardate anche gli adulti, le madri…Vedete come le fa diventar belle l’ orgoglio di poter portare tranquillamente in giro i propri figli senza dover chiedere sempre “possiamo, è permesso, scusate… Vederli fare cose assieme ai figli altrui un po’ meno svalvolati, ma senza che nessuno provi nemmeno a fare distinguo, ad arricciare il naso, a guardare con sospetto.
Questo può accadere, quello che si vede in questo trailer nulla ha a che fare con le inclusioni teoriche, con i bravi insegnanti che se dici qualcosa ti accusano di gettare fango sulla categoria, con le tante dame della carità e padri della misericordia.
Soprattutto è accaduto grazie a tante persone che si sono prestate ad aiutarci a fare questo esperimento senza che a loro venisse nessun altro vantaggio che aver partecipato a un evento unico. Approfitto qui per ringraziarli tutti!!!
Grande idea quella di fare un film “indipendente”, realistico, autentico… Anni fa ho avuto la stessa idea con la regista Marina Spada che si era resa disponibile a creare un progetto cinematografico… Potrebbe essere un film con più registi che si mettono anche loro alla prova cogliendo qualcosa di originale che finora nessuno è stato capace di cogliere. Mi piace!
Dobbiamo riuscirci.
Non dimentichiamo che qualcosa è stato fatto ma è andato nel dimenticatoio, come il bel film di Rulli: Un silenzio particolare. D’altra parte descrive una situazione che per fortuna è in gran parte cambiata. Allora imperava la psicodinamica e si credeva che si dovesse aspettare con tanta pazienza che il ragazzo evolvesse da solo. Oggi sappiamo che si deve intervenire subito e intensivamente sul bambino appena diagnosticato con strategie basate su ABA. Tuttavia il vecchio errore è duro a morire e quel film va ripreso.
Pulce non c’è è l’altro nostro grande film da non dimenticare.
Dobbiamo fare un RAIN MAN che sia anche di successo di pubblico.
Carlo Hanau
Ciao Sig. Nicoletti. Da dove vuole cominciare con il suo film? In che cosa consisteRa? Basta che il film comprendera tutte le fasce d Eta’ e non concentrarsi solo sugli adolescenti in su perche ogni fascia d eta ha il suo calvario. Noi come famiglia siamo appena all inizia .
mi piacerebbe un film fatto bene , come il libro “un autistico in famiglia” rivolto soprattutto a chi non ha un figlio autistico ma ha a che fare per professione con l autismo. Con l opinione pubblica e con la classe politica.
Disponibile a collaborare per la riuscita di questo progetto.
Karima
L’idea di un film è senz’altro la migliore per rivolgersi a chi non è direttamente coinvolto nel mondo dell’autismo. Sono rimasta stupita come molte persone hanno affermato di conoscere il caso di Temple Grandin, grazie al film del 2010.
Sono d’acordo con questa splendida idea. Se mi dite dove inviare un video , daro’ il contributo della vita di mio figlio Ugo, 23anni che dipinge , va a cavallo , suona in un’orchestra di musicoterapia orchestrale ed e’ soprattutto felice i essere attivo , compreso e voluto bene da tante persone , tutte quelle che lo conoscono e non possono fare a meno di amarlo. La sua passione piu’ grande : mettere in contatto e far conoscere le persone fra loro , in modo da creare una grande comune di persone che si vogliono bene !
I nostri figli sono essere Speciali che aiutano anche noi a diventarlo un po’ , se ci crediamo !
Anna
Se aiuta a far capire alla gente che tanto si può fare, avanti tutta!
proporrei di fare un film su una madre che scopre di essere nello spettro autistico dopo avere avuto la diagnosi del figlio, questa mamma si mette a leggere e scopre cosa significa, consapevole di questo comprende il proprio figlio e cerca di aiutarlo comunicando con lui in maniera facilitata. tra la madre e il bambino si instaura un legame empatico anche se i bambini autistici mancano di empatia e non possono staccarsi l’uno dall’altro, ma crescendo questo bambino necessita di un controllo educativo speciale per evitare i momenti di crisi (che la madre fa fatica a gestire) che portano la madre all’esasperazione che un giorno quando suo figlio sarà adulto lei non sarà più in grado di controllarlo fisicamente.