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Mi è arrivato ora questo messaggio via Facebook. Me lo manda una ragazza che non conosco, lei mi ha contattato solamente per aver letto i miei libri sull’autismo. E’ la prova vivente che non bisogna lasciarsi solo prendere dallo sconforto perché ci sentiamo circondati da persone che non sanno, non conoscono, non hanno capacità specifiche.
Nella scuola transitano anche persone che vorrebbero essere formate per occuparsi in maniera competente di ragazzi autistici, come questa ragazza, che deve scegliere tra pagare le bollette o fare un corso on line sui comportamenti problema.
Ho spesso scritto di tanti suoi colleghi che sono prontissimi a chiamarti al telefono, solo perché vedono il tuo ragazzo autistico un po’ inquieto e ti chiedono di correre a riprenderlo, o quando parli loro di autismo ti guardano in maniera perplessa. Cristina mi ricorda che nelle scuole ogni tanto transitano anche persone come lei: giovani risorse tenaci e motivate. “Insettopia” è anche dove di un bambino autistico si occupa Cristina.
Questa ragazza ha finora studiato a spese sue, fino a che le bollette da pagare l’ hanno permesso. Ora il suo obbiettivo è continuare a formarsi…Ma non ce la fa con i soldi. Intanto le colleghe “garantite” le chiedono di andare a prendere il caffè. Sono sicuro che anche per lei qualcosa ci inventeremo!!!
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Ps.
Il corso che vorrebbe fare Cristina penso sia questo:
L’INTERVENTO PSICOEDUCATIVO NEI COMPORTAMENTI PROBLEMA (Centro Studi Erickson)
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Ciao, ho letto “Alla fine qualcosa ci inventeremo” tutto di un fiato,in una notte! Ho ritrovato nelle tue parole le parole della mamma del ragazzino che seguo a scuola da cinque durissimi e pienissimi anni. Sono un’operatrice per l’integrazione scolastica o assistente ad personam, sì, proprio una di quelle da te citate nel libro,dipendenti di cooperative sociali pagate pochi euro e abbandonate a sé nel proprio lavoro.
Mi sono fatta le ossa con l’esperienza (sicuramente non grazie a chi avrebbe dovuto formarmi) e investendo tempo e soldi in materiali di approfondimento e proposte operative.
Nonostante le difficoltà, l’isolamento, i docenti che guardano dall’alto al basso (nonostante sopperisco alle loro mancanze e spesso, purtroppo,alla loro abissale ignoranza) e ti chiedono di andare a prendere il caffè alla macchinetta (mai fatto, devo lavorare,IO!) volevo solo testimoniare, a te, a tutti,che io amo il mio lavoro, c’è tanto da fare, nei tempi e nei modi giusti!
Oggi,dopo 3 mesi di aspettativa non retribuita (nelle vacanze estive viviamo d’aria!), sono veramente incazzata perché ho cercato di raffazzonare i duecento euro per l’iscrizione a un corso sui comportamenti problema online che mi interessa parecchio, ma non ce l’ho fatta…
Io, però, non mi arrendo. Tra venti giorni,all’accredito dello stipendio di settembre, salta qualche bolletta, piuttosto, ma il mio nome sarà tra i partecipanti del prossimo corso di specializzazione. Io amo il mio lavoro e voglio farlo bene, nel rispetto dei”miei” ragazzi. Non cerco credito per fatti miei (e comunque sarebbe più facile,visto che per esempio i TV lcd/led te li sbattono addosso in comode rate a interessi zero..), ma per una formazione decente che mi apra qualche porta in più e che renda più specialistico il mio modo di lavorare.
Solo porte in faccia,università ingessate (studente lavoratore?!?), borse di studio irraggiungibili, contributi inesistenti, corsi privati, online, centri ial, miur, mib, cip e ciop a prezzi innominabili…
Io voglio specializzarmi, è mio diritto!!!! Perché solo chi è ricco può? Il sapere dovrebbe essere accessibile a tutti, e invece se vuoi gli strumenti per dare un servizio migliore ti attacchi.. Scusa lo sfogo ma sono stanca di non avere abbastanza voce. Grazie per i tuoi libri, belli e dolorosi. (Cristina)
Il tema della formazione delle insegnanti (e non solo di sostegno) sui metodi per rendere la scuola un posto per imparare anche per bambini autistici è una cosa fondamentale. Dovrebbe essere una cosa normale e invece no. Noi abbiamo fondato una onlus di genitori (www.atomiscuola.org) che propone alla scuola (sostenendone se possibile il costo) corso di formazione su queste tematiche chiamando in causa pedagogisti e psicologi. Non siamo ancora arrivato alla formazione permanente ma almeno qualcosa abbiamo fatto. Siamo al momento su Torino, speriamo di ‘esportare’ l’esempio e magari convincere il governo a farlo diventare materia pubblica. In bocca al lupo.
Caro Gianluca, mi sembra strano che non riusciamo a raccogliere 200 euro per il corso di questa ragazza. Se avesse una postapay e si trovassero venti persone di buona volontà volessero aiutarla con 10 euro ciascuno, perché no?
Bravi i genitori di Torino e grazie ad Alessio per la segnalazione.
Ciao mamma di un ragazzo autistico,ho provato l incompetenza sul autismo e solo grazie a ragazzi come Cristina abbiamo limitato i danni,se si riesce io sono disposta a donare 10 ma anche 20 euro per la formazione di questa ragazza.
Il punto cruciale e’ la formazione! La formazione e la supervisione in itinere
Sono anni che dico che la formazione deve essere gratuita o quasi (max 10 -20 euri a corso per recuperare il minimo). Per poter format
Re il maggior numero di persone possibili
Perché dobbiamo come associazioni guadagnare” sui corsi? Chi ne trae beneficio se poniamo una formazione a 200 euro?
Gli insegnanti e gli educatori guadagnano stipendi tali da nn poter accedere a formazioni che costino oltre 50 euri
Se le associazioni capissero che sulla formazione gratuita si gettano le basi di un mondo più accogliente per i ns ragazzi nn dico che saremo a metà dell’opera ma quasi!
Diversa la questione della supervisione molto più costosa e impegnativa ma unendo le sinergie familiare e possibile anche quella!
Il mio dubbio: vedere molti formatori in giro per l’Italia e pochi supervisori che si “sporcano” le mani sul campo con la concretezza dei caso reali
Più facile parlare che avere a che fare con la realtà
Noi abbiamo fatto un progetto. Si chiama “scuola potenziata”. La formazione la portiamo nelle scuole. A costo zero. La paghiamo noi delle associazioni. Portiamo un consulente,che per ogni “caso” si confronta con gli insegnanti e gli educatori.Il consulente, esperto sugli autismi, si reca in varie scuole,non in tutte perchè a tutt’oggi ci sono dirigente che non vogliono “estranei” all’interno delle loro aule e si permettono anche di rifiutare ragazzi affetti da autismo tanto da doverci costringere a ricorrere ad un giudice. Ci sono tanti bravi insegnanti, ma ce ne sono anche tanti pessimi. Al momento dalla mia esperienza chi ho visto molto motivato, amante del proprio lavoro, con volontà di capire e formarsi sono gli EDUCATORI che vengono pagati una miseria, trattati spesso in malo modo e non tenuti in considerazione dai “colleghi” . Forza Cristina. Non mollare. Sei l’ancora di salvezza di tanti genitori. In bocca al lupo.
Cara Crisitina
Il sapere dovrebbe essere accessibile a tutti.
Quanto mi piace. Per fortuna ci sono ancora persone come te che aiutano e non si vergognano di farlo, in un mondo divenuto della vergogna .
Ho un ragazzino di 11 anni, che viene seguito alle scuole medie da persone come te,perché io anche se sono la sua mamma non riesco fino in fondo dargli il mio aiuto a insegnargli a seguire le lezioni.Grazie a nome di tutti quei genitori che non si vergognano di dire che i propri figli hanno bisogno di un aiuto, ripeto le vergogne sono ben altre!
Buona giornata a tutti
Sono educatrice professionale e lavoro nella scuola da 12 anni come dipendente di coop sociale. Non mai visto corsi di formazione interni,non mi vemgono mai date informazioni sriguardanti l utenza se non pochi giorni prima dell inizio della scuola. Ci impiegano per monte ore settimanali doppi rispetto a un insegnante e ci troviamo a fare i tappabuchi per orari e giorni sgraditi ai colleghi e siamo il.vomitatoio di incompetenze,difficoltá,problemi. Anche io amo il.mio lavoro,l’ho scelto,ho studiato per farlo e amo vedere i risultati quando ci sono e imparare dai ragazzi sempre qualcosa di nuovo. Ma dopo 12 anni (ho 37 anni)di scuola…sono stanca.
Spesso le coop sociali che si occupano di erogare questi servizi fondamentali sono di fatto delle agenzie interinali di body-rental… vincono bandi al massimo ribasso, pagano una miseria e non erogano formazione. Il problema tuttavia non sono le coop in sé, piuttosto le politiche pubbliche di gestione di questi appalti che non hanno il coraggio di porre questi servizi al centro della loro azione, dotandoli di fondi sufficienti e qualificando i risultati e la qualità piuttosto che il semplice prezzo. Le cose migliorano solo in un modo: attraverso mamme rompicoglioni che minacciano azioni legali e perseguitano (giustamente) assessori e funzionari per vedersi riconoscere né più né meno ciò che prevede la legge in termini di ore di appoggio e strumenti di lavoro.
Ci vuole competenza ma soprattutto voglia di mettersi in gioco come persona se si vuole entrare nel mondo di un autistico. La scuola o si ripensa completamente in vista di una reale integrazione o meglio un percorso alternativo.Io dico basta al sostegno che i nostri figli autistici hanno dato a troppi insegnanti demotivati e incompetenti