Oltre al danno pure la beffa. Spuntano gli “esperti” che ci vengono a dire che quello che abbiamo visto nei video del lager di Grottammare “La casa di Alice” è tutto normale, che siamo noi a non capire nulla di autistici, che i bravi signori e signore che in quel posto operavano con così specchiata e comprovata competenza erano nel giusto. Persino una psicologa dell’età evolutiva riesce a dire che siccome gli autistici sono incontrollabili, e fanno cose orribili (descrive sintomi dei più degradanti) la contenzione è d’ obbligo:
Nel video non si vede nessun gesto di violenza: decontestualizzando gli ingressi nella stanza, per giunta, non è possibile capire perché vi venissero chiusi, ma sono sicura che chi di dovere osserverà bene i video integrali e prenderà provvedimenti adeguati, perché se qualcuno è andato oltre deve pagare. Nel frattempo giornalisti e amanti del gossip potranno continuare a sentenziare senza sapere nulla.
Poi la psicologa esperta di autistici nel suo pezzo così descrive il suo affrontare una crisi oppositiva del ragazzo che le è stato dato in consegna:
“All’arrivo della madre lo abbiamo afferrato con forza in due, ma continuava a divincolarsi, mordersi e gridare… Chissà cosa avrà pensato la gente! Esattamente quello che pensano ora tanti poveri ‘capiscioni’ che non hanno mai messo piede a Casa di Alice e non sono mai stati travolti dall’ira di un autistico grave…” (Quanti di voi conoscono davvero l’ autismo? (Claudia Chiappini psicologa dell’ età evolutiva , L’ Osservatore EU)
Mi viene d’ aggiungere: certamente torniamo al sano vecchio manicomio, infermieri nerboruti, camicie di forza, docce gelate e segregazione. Ma chi ha dato licenza a questa signora di parlare in questa maniera? Dove ha studiato come trattare gli autistici? Soprattutto perché qualcuno con titolo e competenza non le contesta questa orribile interpretazione e scioglie, a chi ancora ne avesse, ogni dubbio sul fatto che non è quello il sistema per lavorare sull’eventuale crisi di un autistico.
Poi ancora prosegue nell’operazione di “sdrammatizzazione” un collega che sicuramente la sa lunga sulla vicenda dopo essersi documentato con quello “che si dice in giro sui vari social network”, tanto che sembra abbracciare la tesi del complotto mediatico a danno di chi non faceva altro che il proprio dovere:
Ok, il mostro in prima pagina ce lo abbiamo sbattuto. Anzi, a dire la verità ce ne abbiamo messi cinque. Abbiamo parlato di “lager” e di “casa degli orrori” citando, punto per punto, il comunicato stampa diffuso dai carabinieri dove, tra le varie espressioni, si parlava di “sequestro di persona”. Abbiamo fatto la nostra buona dose di accessi e venduto tonnellate di carta stampata. Adesso forse possiamo fermarci a riflettere.(…)Le segnalazioni che sono arrivate sia in redazione ma che, in parte, troviamo anche in giro per i vari social network, parlano di prassi normali. Vale a dire che ci sono operatori che, quotidianamente e con tutti i requisiti dovuti, operano con gli affetti da autismo che affermano che quelle pratiche sono normali e non manifesterebbero alcun tipo di violenza. La domanda che nasce spontanea è: in quel mese e mezzo di indagini qualche esperto del settore (magari fuori dalla nostra zona, per non compromettere le indagini) è stato ascoltato? Gli sono state sottoposte quelle immagini? Certo, del senno di poi si sa che cosa è pieno ma visto che non è mai troppo tardi, queste riflessioni anche se le facciamo oggi, potrebbero tornare utili. (Dal lager alla casa degli orrori ma siamo proprio sicuri? (Emidio Lattanzi, La nuova Riviera)
Invece che in quel posto nulla era conforme a un civile ed efficace trattamento di soggetti autistici lo fa pensare il reportage che dalla “Casa di Alice” ha fatto un padre come me; anche lui ha una ragazza autistica e dopo aver visto scrive: “Ho pensato a mia figlia in quei momenti. Se tutte le volte che avesse una crisi, che a volte sfocia nell’autolesionismo, la lasciassimo chiusa in una stanza da sola a riempirsi di botte e morsi. Ma come può raggiungersi questo livello di assuefazione? Come si arriva al punto di non accorgersi del dolore altrui? Accorgersi e occuparsi di chi soffre e non sa comunicarlo in modo convenzionale, vale ancora di più.” (da qui leggi il testo integrale)
Ad averlo scritto è Davide Faraone, Parlamentare PD e responsabile del Welfare per lo stesso partito. Semmai è proprio da lui che avrei potuto aspettarmi una difesa d’ ufficio di quella struttura pubblica (e della cooperativa che ci operava) che sono, nel bene o nel male, amministrate, da persone della sua stessa area politica. Invece così non è stato, l’ indignazione e il senso di giustizia di un padre che si è sentito ferito è stato più forte di ogni possibile difesa d’ ufficio.
Spero che le maggiori associazioni che rappresentano le famiglie dei soggetti autistici decidano di costituirsi parte civile in questa vicenda come in tutti i processi che vedano come vittime i nostri ragazzi. Spero che chi sta lavorando a una legge sull’autismo capisca l’ urgenza di farla venire alla luce nel più breve tempo possibile.
PS 18 luglio ore 08.21
Le associazioni Angsa e Magicamente si sono rivolte ai loro legali per la costituzione a parte civile. Liana Baroni, presidente nazionale dell’ANGSA spiega in termini tecnici quale sia l’ aberrazione del metodo di trattamento per autistici in uso nella struttura “La casa di Alice”.
LEGGI LA NOTIZIA (da Superando.it)
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Ricordo a chi ha poca memoria che i Carabinieri hanno scritto che la stanza veniva usata senza che vi fossero precedenti comportamenti violenti da parte degli “assistiti”.
Ricordo che gli operatori specializzati imparano a contenere i comportamenti violenti senza fare del male e senza farsi del male. Un recente corso svoltosi a Bologna per iniziativa dell’associazione “Pane e cioccolata” proprio di questo trattava.
Ricordo che Angsa ha fatto una proposta di corso anche alle Forze dell’ordine e non soltanto agli operatori.
Ricordo che la differenza di età, fra gli 8 e i 20 anni, non può essere una buona premessa per ottenere una sufficiente qualità di vita in un residenziale.
Carlo Hanau
Quanti di voi conoscevano la psicologa Claudia Chiappini prima di questo articolo?
L’Autismo come Amici, luogo in cui tutti possono parlare e dire qualsiasi cosa, per ricavarsi il giorno di celebrità o per inventarsi un lavoro
La psicologa dell’età evolutiva si definisce (ahimè) esperta in autismo, ma leggendo quanto ha scritto in quel blog, ma soprattutto sulla sua bacheca in facebook, emergono incompetenze eclatanti: racconta che il solo “andiamo” ha provocato la crisi che descrive dettagliatamente, come se non sapesse come gestire le transizioni da un’attività più gradita ad una meno gradita; poi scrive che il ragazzo si stava “godendo” le stereotipie a cui lei stessa dimostrava compiacimento…in acqua e lei lo interrompe per portarlo a fare una doccia che magari odiava, in una realtà frequentata da altre madri e bambini magari con urla… L’educazione e l’assistenza di una persona con autismo non e’ roba per dilettanti allo sbaraglio. Il suo post orribile scritto sulla sua bacheca personale in facebook ha avuto 203 condivisioni, 351 “mi piace” e 106 commenti alle ore 09.10 del 18/7/14! Questa persona che io ritengo gravemente offensiva per le persone e le famiglie con autismo e lesiva della loro dignità deve essere in qualche misura messa di fronte la sua incompetenza e presunzione… dimenticavo di dire che questa persona in facebook ha 3000 seguaci e ha cancellato e bannato le persone che hanno commentato negativamente quanto da lei scritto.
Caro Gianluca, rimango davvero senza parole leggendo ciò che hai riportato come parole di un’esperto del settore che dovrebbe, con competenza, occuparsi di bambini e ragazzi autistici.
Ho proprio recentementemente dibattuto aspramente con un genitore (in quel caso però dalla sua parte aveva perlomeno una sana ignoranza!) rispetto al trattamento disumano tenuto nei confronti di un bambino autistico che veniva segregato in una gabbia per alcune ore del giorno, a dire dei genitori, a tutela dei fratelli e della sua incolumità.
Il genitore in questione affermava che comprendeva i familiari e che, visto che il bambino era ben nutrito e ben lavato, non vi erano gli estremi per un provvedimento così grave come quello di togliere il bambino alla famiglia.
Ho solo detto a quel genitore possibilista che a me non piacerebbe affatto essere ben nutrita e lavata ma tenuta in una gabbia!!!!
Ma come possiamo giustificare queste abberrazioni nascondendoci dietro la fatica di educare questi ragazzi!!!!
In che mondo di sordidi egoisti viviamo???
Inorridisco difronte alla NEGAZIONE DEI DIRITTI BASILARI DELLE PERSONE solo perchè FIGLI DI UN DIO MINORE solo perchè AFFETTI DA UNA PATOLOGIA GRAVEMENTE INVALIDANTE CHE MINA LA PAZIENZA, LA SOPPORTOZIONE, IL SANO EGOISMO DI NOI SANI CHE NON GRADIAMO L’IMPEGNO, LA PREPAPARAZIONE, LA FATICA DELLA QUOTIDIANITA’ ACCANTO A UN DISABILE IMPEGNATIVO, OPPOSITIVO, AGGRESSIVO O CON AUTOLESIONISMO.
E’stato terrificante per una mamma come me, che ha la fortuna (dico fortuna perchè questo mi ha aperto gli occhi come presidente di un’associazione a comprendere i meno fortunati dell’autismo!!!) di avere un figlio autistico 18enne con ritardo cognitivo medio che è stato molto aggressivo da piccolo e che ora, con la costanza di un’educazione comportamentale, ha ridotto quasi a zero le sue pulsioni, capire che quel figlio non sarebbe mai stato uno di quei disabili che tutti amano e tutti vorrebbero nelle loro strutture.
Parlo con la consapevolezza di chi ha speso anni della sua vita, per la precisione 18 accanto a una persona che tutti ritenevano un bambino perduto e che non avrebbe recuperato nulla della sua esistenza e che ora è amato da tutti e ben inserito in contesti sociali di vario tipo.
La mia non è una storia a lieto fine però, o meglio, non lo sarebbe stata se non mi fossi messa in prima persona a lavorare per creare una struttura ad hoc per mio figlio e altri 14 ragazzi come lui che potrà dargli un percorso dopo la scuola.
Struttura che ha i finanziamenti della regione Friuli Venezia Giulia e nella quale lavoraro gratis tante mamme come me con l’ausilio di personale preparatissimo che spesso si prende morsi calci e sberle e che per questo non butta i ragazzini in una stanza manicomiale di contenimento!!!!
Il nostro personale analizza gli antecedenti dello scatenarsi delle crisi e valuta l’errore umano dell’operatore che involontariamente può aver scatenato l’oppositività del ragazzo.
Vi è una psicologa che supervisiona la nostra responsabile di centro e gli operatori, vi è una grande attenzione anche al burning out degli operatori che vengono ruotati sui casi e che hanno orari compatibili con la loro capacità assistenziale. Insomma non ci si improvvisa operatori dell’autismo: aggiornamenti costanti, supervisioni sui casi, motivazione da rinvigorire, pause per recuperare energie. L’autismo è una sindrome che succhia energia, tanta, tantissima!!!! Noi famiglie lo sappiamo bene, ma la motivazione di un genitore, non sempre, ma spessissimo grazie a Dio, travalica ogni difficoltà e ci fa diventare dei supereroi dell’educazione, dei modelli pazienza, dei principi della sopportazione.
Allora tutti pensano che l’autismo sia un bel quadro di Picasso, sconvolgente, bellissimo e sorprendente …. ma l’autismo non è un quadro cari miei!!!! L’autismo è incarnato in una persona, una persona spezzata che deve ritrovare i suoi pezzi attraverso un’educazione seria e mirata al recupero di quelle capacità che sono sparpagliate nel quadro e …. spesso, nella ricerca di quei pezzi noi genitori ci prendiamo botte morsi e graffi che non vi faremo mai vedere perchè nostro figlio vale di più della vostra pietà!!!!
NON C’è COLPA E NON C’è PUNIZIONE PER QUESTI ATTEGGIAMENTI CHE SPESSO SONO SOLO L’UNICO MODO CHE LA PERSONA CON AUTISMO HA DI RISPONDERE A STIMOLI TROPPO PESANTI DA SOPPORTARE.
Per questo ora mi appello a Davide Faraone, nel quale confido molto, è il papà di una bimba con autismo!!!! Il responsabile del welfare per il PD, un incarico molto importante, molto complesso in questo delicato momento.
Caro Davide ti parlo da genitore, collega come piace dire a Gianluca, con il cuore in mano ma con la consapevolezza di un numero significativo di anni in trincea (sì, in trincea) dialogando con istituzioni regionali che finora non hanno capito la GRAVITA’ delle situazioni sociali provocate dalla latitanza istituzionale.
Ho visto che hai glissato alle sollecitazioni di Nicoletti sulla legge sull’autismo, hai parlato molto della scuola della formazione degli insegnanti di sostegno (aggiungo però che va formato tt il team docente e anche il personale ata), di un cambio di mentalità.
Tutto condivisibile, ma vedi in Italia vi sono un nutritissimo gruppo di persone con autismo adolescenti ed adulte che non hanno avuto la fortuna di ricevere un’educazione comportamentale precoce che sono in uscita dalla scuola e di queste persone che ne facciamo??????
Caro Davide abbiamo bisogno di seri finanziamenti, di una LEGGE AD HOC affinchè si formino gli operatori sociosanitari nelle psichiatrie nelle neuropsichiatrie nei centri diurni, va riformato un INTERO SISTEMA DI PRESA IN CARICO E ABILITAZIONE!!!!!!
Come pensiamo di poetrlo fare senza i finanziamenti necessari, senza una legge per queste persone così discriminate????
Caro Davide ti prego di non fermarti alla prima fase quella dell’età infantile: c’è tutta una vita nell’autismo che ha bisogno di un supporto economico e di formazione mirata che senza il sostegno economico produrrà quei lager dell’orrore che abbiamo visto ANCHE giustificati!!!!
Confidiamo nel tuo buonsenso di genitore e nella tua capacità dialogica, ti invitiamo in FRIULI a visitare il nostro centro e a condividere una progettualità territoriale che preveda una sinergia fra privato sociale e strutture pubbliche. Una vera riforma del welfare deve partire dal rinnovamento serio e finanziato di un’intero territorio.
Si può fare molto con poco denaro ben speso, noi lo facciamo!!!
Grazie
L’osservatore.eu fa parte di una cerchia di coop locali….mi fermo qui. L’editore del “giornale” lavora per la cooperativa che gestisce la struttura. Serve altro?
Non la so lunga sulla vicenda e proprio in virtù di ciò e della mole di input che arrivavano da ogni dove (compresi i social network) è stato deciso di porre quelle domande.
Quello che è accaduto ha diviso gli animi e ci siamo trovati di fronte ad “esperti” che attraverso tutti i mezzi ci hanno detto tutto e il contrario di tutto. C’è chi confermava che avessimo di fronte cinque mostri e chi invece diceva che quelle erano prassi normali. Non abbiamo preso nome e cognome del primo “esperto” che ci ha scritto su internet per dare una versione unilaterale dei fatti ma abbiamo fatto delle domande alle quali delle realtà effettivamente qualificate specializzate hanno ufficialmente risposto (e non su facebook o attraverso email che lasciano il tempo che trovano).
Se invece di precipitarsi frettolosamente in una facile ironia si fosse letto con attenzione quell’articolo si sarebbe capito (perché è stato detto esplicitamente) che non capendo nulla dell’argomento qualche domanda sull’inchiesta e su cosa ci fosse a monte di quei comportamenti filmati forse sarebbe potuta tornare utile. E tanto è stato considerato il fatto che si tratta di un vero e proprio mondo parallelo del quale sono a conoscenza solo le persone che hanno avuto la sfortuna di essere costrette a viverlo.
Al “collega” autore del pezzo, che si definisce tale ma che citandomi non mette la sua di firma, consiglio, nelle prossime occasioni, di leggere con maggiore attenzione prima di incorrere in pesanti giudizi potenzialmente lesivi dell’altrui professionalità.
Per il resto chiedo scusa a tutte le persone che si trovano a vivere questa situazione e che si sono sentite offese da quelle domande. Ma il fine era totalmente diverso da quello che, forzatamente, viene millantato in questa pagina. Se ho commentato questo post l’ho fatto soltanto per loro.
Grazie per lo spazio concessomi.
Emidio Lattanzi
Ho letto un commento nel gruppo Famiglie con autismo in facebook con su scritto che il compagno di questa psicologa lavora proprio per la cooperativa che gestiva la casa… Il che spiega molte cose, se questa è una notizia che mi auguro sia vera.
Buongiorno,
io non ho idea di chi sia a psicologa Claudia Chiappini, e di persone che si occupano di autismo seriamente ne conosco parecchie. Mi presento sono la mamma di un bambino autistico che sa cosa significa autismo. Molti sono gli operatori educatori che si vantano di essere esperti di autismo, ne ho conosciuti parecchi, esistono anche nella mia città dei centri come quello dell’articolo sopra e ho visto ragazzini lasciati, mentre si sbattano la testa contro un muro o lasciati in un angolo ad auto stimolarsi, beh questo non è il modo di affrontare l’autismo. Per questo motivo come tanti altri genitori che ho conosciuto negli anni mi sono formata come operatore partecipando a vari workshop, convegni per occuparmi io di mio figlio. Tra l’altro mi vorrei soffermare su una frase che ho letto “”All’arrivo della madre lo abbiamo afferrato con forza in due” i bambini o adulti non possono e non devono essere afferrati con violenza alcuna, esistono delle tecniche di contenimento che permettono senza l’uso della forza di evitare che il bambino si faccia male. Queste tecniche devono essere effettuate da persone qualificate che hanno partecipato ad un corso pratico che si chiama TEAM TEACH che in Italia viene organizzato solo a Bologna, dove viene rilasciato anche un brevetto. In Italia le persone che hanno partecipato a questi corsi e che possono utilizzare queste tecniche sono pochissime. Sicuramente la psicologa Claudia Chiappini non ne conosceva sicuramente l’esistenza. La verità e che in Italia c’è un altissima ignoranza per quanto riguarda l’autismo e troppe sono le persone che solo perchè hanno una laurea in psicologia si sentono esperte di autismo e questo purtroppo va a discapito dei nostri figli e di noi genitori che dobbiamo farci carico di tutto, senza alcun aiuto.
Sono mamma di un ragazzo di 16 anni e so bene cosa significa dover contenere una crisi di aggressività: è difficile e destabilizzante, anche perchè LA GESTIONE DEI COMPORTAMENTI PROBLEMA E’UN TEMA CHE NON VIENE TRATTATO SE NON ATTRAVERSO LA SOMMINISTRAZIONE DI ALTE DOSI DI PSICOFARMACI!
Da una parte i negazionisti , dall’altra quelli che invece non sono sfiorati dal dubbio . Mi limito a una riflessione . Se mi trovassi di fronte , io operatore , a un ragazzo di 20 nel pieno delle forze , alto un metro e 90 di quasi 100 chili , vi assicuro che ce ne sono , non sarei così imprudente a chiudermi in una qualsiasi stanza da solo con lui , quando questo ragazzo è preda dei suoi non rari attacchi di aggressività , che nascono all’improvviso senza un segnale preciso . Le norme , stolte come sempre , prevedono che l’operatore o l’operatrice rimanga con il paziente chiusa nella famigerata stanza . Ma chi ? , direbbe Totò , provateci voi , amici dalle nobili intenzioni-soprattutto amiche – , a chiudervi da soli con un gigante di 20 che pesa cento chili e che all’improvviso mena botte da orbi , ai muri e a chiunque gli si pari davanti . Provate , provate a chiudervi da soli con lui e per calmarlo andate a sussurragli qualche parolina amorevole all’orecchio . Provate , provate e poi mi saprete dire dove finiscono le intenzioni più edificanti ,- spesso ipocrite perchè non sanno più chiamare le faccende con il loro vecchio buon nome- e dove cominciano le legnate che se non ti sbrighi a scappare…e dopo di voi fateci entrare là qualcuno di quei giudici che hanno firmato gli arresti , da soli , uno alla volta , s’intende …
Ho scritto io il commento. Basta andiate sul profilo facebook della psicologa che ha scritto l’articolo per controllare. Guardate chi è il suo compagno e vi accorgerete, dalle informazioni del profilo di questa persona, che lavora per la cooperativa che gestiva la Casa di Alice. Quindi all’incompetenza di chi ha scritto l’articolo sopra criticato, si aggiunge anche la mancanza di buona fede.
Sono dieci anni che lavoro nel campo della disabilita’ e in particolare con persone autistiche di tutte le età. Come diceva Elena, mamma di un ragazzo autistico di 18 anni, e’ veramente complessa l’organizzazione che ci vuole per strutturare dei veri e propri centri e progetti mirati alla formazione delle persone autistiche e al sostegno delle loro famiglie. Tante persone si dicono “esperte di autismo” ma solo poche sanno lavorare con loro. Non basta voler bene a un bambino autistico per fare il suo bene….non basta lavorare con loro… C’è bisogno di formazione, supervisione, un equipe di lavoro specializzata che opera con la stessa filosofia di pensiero, operatori che sappiano intervenire nel modo giusto e nel momento giusto con un pensiero sull’intervento che si sta per mettendo in atto… Bisogna essere aperi alla critica costruttiva delle persone che lavorano e operano con noi e con questi ragazzi…. Spesso bisogna saper gestire prima le nostre di emozioni se vogliamo contenere le loro.
A casa Alice non si fa nulla di tutto questo… Il problema più grosso e’ di “casa Alice” ce ne sono tante e spesso nessuno si accorge quello che succede all’interno di centri, scuole, studi privati i così detti “ESPERTI” che poi si esperti sono a speculare sulle famiglie che credono di trovare sollievo e comprensione invece trovano “FALSI AMICI” .
Il problema più grosso sono le nostre istituzioni socialiche investono sempre meno sui problemi sociali( che a par mio sono problemi che riguardano tutti anche se in pochi si rendo conto di questo) finanziando sempre di più progetti con un basso costo economico riducendo la professionalità degli operatori del settore diminuendo il controllo all’interno delle strutture. Non sperperiamo denaro pubblico… Creiamo centri di alta qualità accessibili a TUTTI! Non crediamo ancora strutture come “casa Alice” ma strutture educative qualificate dove le PERSONE autistiche possano essere prese in carico e formate nel modo corretto…. Basta veramente poco per ottenere tutto questo!
Quoto totalmente il commento del Prof. Hanau, l’incapacità di prevenire le crisi, monitorare gli antecedenti e contenere l’esplosione del comportamento problema è un chiaro sintomo di scarsa preparazione, di mancanza di un lavoro di equipe, e di confronto con le famiglie, che sono, ahimè i più grandi esperti sul mercato…
Al signor Lattanzi (ci siamo sentiti al telefono giorni fa?) vorrei chiedere quali esperti ha consultato, il Centro Regionale per l’Autismo? La Commissione che sta stilando la nuova legge regionale? Qualche esperto in gestione dei comportamenti problema? Mi piacerebbe se, anche privatamente mi dicesse chi sono questi esperti. Ancora oggi i giornalisti più sciacalli tentano di far passare come un obbligo la presenza della stanza di contenimento…ma per favore…la legge regionale 20/2002 disciplina in materia di centri socio-sanitari e la DGR 1206/2003 integra per la parte riguardante l’Autismo, l’ ANGSA Marche che ha partecipato alla realizzazione del Progetto Autismo oggi ha diramato un bollettino ufficiale
http://www.angsamarche.it/2014/07/quando-si-scrive-per-ottenere.html
come potete ben leggere le indicazioni relative alla stanza individuale sono ben distanti rispetto a quello che alcuni giornali vorrebbero far intendere.
Nessuno ha mai richiesto, ne autorizzato l’uso di quella stanza.
Il fatto è che ora la linea difensiva sembra sia quella di voler far apparire i nostri ragazzi come dei mostri, delle bestie impossibili di gestire se non rinchiudendoli…
Chissà come fanno a casa le famiglie senza una stanza delle torture…o chissà come fanno le scuole…
Lo sa signor Lattanzi come fanno? Imparano a capire perchè c’è la crisi, cosa può calmare il ragazzo, ogni giorno lavorano perchè queste crisi non ci siano.
Leggere di una psicologa dell’età evolutiva che trascina a forza un bambino autistico al mare tra la folla di passanti che guardano sbigottiti…questa è l’esperta?
A Luciano Rinaldi vorrei dire che il lavoro dell’educatore è quello di prevenire la crisi, se poi la crisi parte lavora perchè il ragazzo non si faccia del male e non faccia del male agli altri, per questo esistono i corner del time out, da come lo descrive lei sembra che l’operatore rimanga in trappola in una stanza assieme ad una bestia feroce…
Mi dispiace per voi, che non sapete, oltre a quei momenti di crisi, di quanto amore e di quanta dolcezza sappiano dare questi ragazzi e mi dispiace ancora di più che non sappiate rendervi conto che giustificando questi educatori “domatori” di ragazzi selvaggi piantate una lama nei cuori dei genitori.
@Luciano Rinaldi. Io non mi arrabbio mai, non penso che la gente sia per forza di cose in cattiva fede, quindi cerco di spiegarti dov’è il tuo errore. Tu dici che queste reazioni sono “imprevedibili”, ma non è assolutamente così. Al contrario, sono prevedibilissime, anche se variano da una persona all’altra. Ecco perché è importantissimo “osservare” e per farlo bisogna aver studiato e fatto esperienza. È come se io ti operassi al cuore e poi dicessi: “Ma cosa pretendi, non sono mica un chirurgo!”. Il punto è tutto qui: soltanto degli esperti possono lavorare con i ragazzi autistici, la cui aggressività – è bene che tutti lo sappiano – è sempre e solo “difensiva”. Non sono come certi psicotici che ti fanno del male per il gusto di farlo. Gli autistici spesso reagiscono quando il loro sistema sensoriale va in overflow.
Immagina che qualcuno cerchi di buttarti in una vasca d’acqua bollente, non tiresti calci e pugni pur di resistere? L’autistico può provare la stessa paura – perché l’autismo È PAURA – per un tocco, un suono o persino un odore. Io non posso sopportare quello del mandarino, non è un “non mi piace”, come potrebbe non piacere a te, sto proprio fisicamente male. Ho la fortuna di poter dire “Per favore, non mangiatene in mia presenza”, ma se non fossi verbale? Probabilmente aggredirei chi lo mangia o prenderei a testate il muro.
Ecco perché non ci sono scusanti per casa Alice: non ci sono per chi assume personale impreparato, così come non ce ne sono per chi si candida, pensando che sia un lavoro come un altro. Per ignoranza potrebbe anche farlo, ma in breve dovrebbe rendersene conto e rinunciare. Perché se la molla è la disoccupazione, allora – ripeto – improvvisiamoci tutti medici, o astronauti, o piloti d’aereo, senza averne le capacità.
@Mari l’ha spiegato molto meglio di me e aggiungerei una cosa: lo Stato.dovrebbe farlo non per un fatto di etica, ma per il SUO stesso interesse: perché quando questi ragazzi non avranno più i genitori, dovranno essere istituzionalizzati. Hai idea di quanto costerà? Molto più che formare dei terapisti, te lo assicuro. Ma purtroppo non sanno vedere più in là del loro naso, tanto chi governa oggi non lo farà tra cinque o dieci anni e allora chissenefrega…
al Sig. Luciano Rinaldi
che vuole impressionarci con i racconti di orchi autistici che danno botte da orbi, ricordo che tra i segregati c’erano bambini di OTTO anni e molti degli altri rinchiusi erano già da anni sotto risperdone. Inoltre in mesi di indagini non sono stati riscontrati episodi di violenza da parte dei pazienti.
Comunque anche il Sig. Nicoletti mi sembra che abbia un figlio grande e non è costretto a rinchiuderlo o a scappare di fronte alla sua furia cieca.
Inoltre sarei proprio curioso di sapere che formazione ha fatto questo “operatore”, sa cos’è un comportamento problema? Gestisce un quaderno dove annota gli antecedenti per capire cosa li scatena?
Le do’ un consiglio, studi un po’, guardi… non servono tante lauree e specializzazioni, basta un po’ di buona volontà, le consiglio un libro, magari può esserle utile
“Il problema di comportamento è un messaggio (Edizioni Erickson)”
al Sig. Emidio Lattanzi che da giornalista si fa giustamente delle domande (è il suo mestiere) e che nell’articolo di oggi ha giustamente dato spazio ai genitori ed alle Associazioni (e lo ringraziamo per questo) ripropongo 3 semplici domande che sicuramente lui ed i suoi colleghi della stampa locale porranno a chi di dovere per capire meglio la questione:
1) In quale legge, regolamento, delibera, atto regionale ecc. sta scritto che i pazienti in preda a crisi devono essere chiusi a chiave in una stanza DA SOLI SENZA LA PRESENZA E L’ASSISTENZA DI UN OPERATORE?
2) Visto che venivano spogliati per evitare che si facessero male, perché in alcune immagini si vede chiaramente la cintura dei pantaloni lasciata in bella vista a loro disposizione o le scarpe in altre? Inoltre se avessero preso a testate il muro o si fossero morsi a sangue non si sarebbero fatti male lo stesso?
3) Dai filmati pubblicati i soggetti sembrano perfettamente calmi, sia quando vengono strattonati, sia quando vengono rinchiusi, ci sono altri elementi per dire che i pazienti avessero comportamenti violenti ed avessero necessità di essere rinchiusi?
Cercano di far passare gli autistici per bdei mostri , tanto da sminuire e giustificare quello che accadeva.
La psicologa Chiappini dovrebbe vergognarsi di ciò che ha scritto, tra l’altro in palese conflitto di interessi, di cui non ha fatto menzione.
Ha scritto molte inesattezze, che sento ripetere a difesa degli operatori.
Nessuna legge obbliga le stanze di contenimento, che dal 79 non dovrebbero più esistere.
La stessa sbaglia il time out con il contenimento, sono tecniche diverse con funzioni diverse. Quella stanza e come veniva usata non era nessuna delle due cose.
Spesso erano solo bambini e non mostravano comportamenti aggressivi, tali da subire quel trattamento del tutto inqualificabile e degradante.
Non c’era nessun motivo per lasciare i bambini e nemmeno gli adulti incustoditi da soli e spesso senza abiti. La scusa che denudarli li avrebbe salvati da episodi di autolesionismo NON SI può sentire.
Se un soggetto presenta episodi di autolesionismo , non ha certo bisogno degli abiti, ma soprattutto è CRIMINALE lasciarlo solo in una stanza, perché potrebbe procurarsi davvero tanti danni e dolore.
Strattonare un bambino è inqualificabile e da incompetenti. Il minimo che posso pensare di quegli operatori è la totale incompetenza ,ma io ho visto atteggiamenti più gravi già in questi video, non oso immaginare cosa ci sia in altri filmati.
Alla Chiappini chiedo di cambiare lavoro, visto come si è comportata nella vicenda da lei descritta, non solo ha messo a rischio la salute del soggetto che aveva in cura,ma anche dei bagnanti dello stabilimento.
Vorrei ricordare che la punizione è un mezzo di emergenza, ma non si usa per insegnare. Serve solo a far decrescere rapidamente un comportamento pericoloso, ma non va usata come tecnica educativa sistematica.
Ultima cosa che chiedo a tutti i coloro che difendono questi operatori:
Riflettete bene, cosa avreste provato nel vedere queste immagini , se uno di quei bambini o ragazzi, fosse VOSTRO figlio ?
COMUNICATO STAMPA APEI 15/07/2014
5 EDUCATORI ARRESTATI PER MALTRATTAMENTO SU MINORI AUTISTICI
L’ incresciosa vicenda giudiziaria dei cinque educatori (in realtà OPERATORI non laureati), arrestati per maltrattamenti ai danni di bambini autistici in una comunità di Grottammare ci lascia tutti sgomenti, sia per i risvolti
penali che la vicenda stessa ha assunto, sia perché perpetrata a danno di “minori”, incapaci di
difendersi. Ma lungi dal farci giudici, attendiamo le risultanza processuali anche per capire come
funziona la gestione di tali strutture esenti, in generale, da ogni controllo effettivo sulla qualità dell’intervento educativo e sui titoli accademici degli educatori. Le specificità degli interventi educativi posti in essere e le relative qualifiche professionali degli operatori impiegati (spesso sottopagati e non provvisti del necessario titolo accademico)gravano soprattutto su chi gestisce questi servizi sempre più spesso dati in gestione dopo gare di appalto “a ribasso”, cioè vince chi fa spendere meno e dove i costi del personale vengono schiacciati al minimo, insieme alle loro competenze professionali.
Non vogliamo difendere chi si è reso colpevole di un reato, grave e lacerante, ma in tali precarie condizioni, il lavoro educativo perde di qualità, si dimenticano gli obiettivi primari e si
lotta per la sopravvivenza, trasformando la Casa di Alice da luogo di inclusione, accoglienza ed
educazione … in un incubo per i ragazzi e per gli operatori.
LE PROFESSIONI EDUCATIVE VANNO REGOLAMENTATE, L’EDUCATORE DEVE
ESSERE LAUREATO TRIENNALE A SCIENZE DELL’EDUCAZIONE, MENTRE IL
COORDINATORE DEI SERVIZI EDUCATIVI, DEVE ESSERE UN PEDAGOGISTA CON
LAUREA MAGISTRALE (3+2)
Siamo molto addolorati dell’arresto dei 5 educatori, accusati di usare violenza sui minori a loro affidati. Non è la prima volta che sulle cronache cittadine si punta l’indice su singoli operatori rei di maltrattamenti e abusi, che danneggiano comunque l’immagine professionale di migliaia di EDUCATORI che lavorano in silenzio con dedizione e onestà professionale, dimenticando le condizioni di precarietà in cui lavorano!
CHIEDIAMO
L’immediata regolamentazione per una professione che merita rispetto e che è impiegata in compiti di alta responsabilità umana e pedagogica come gli Educatori e Pedagogisti..
BASTA SUPERFICIALITA’ E PRESAPPOCHISMO
Vogliamo ribadire l’esigenza di qualificazione professionale per il personale che opera a stretto
contatto con bambini, che passa attraverso anni di studio universitario, ma che sempre più
spesso viene sostituito da personale non laureato o con lauree in psicologia, causando danni
agli utenti e alla nostra categoria professionale.
E’ necessario che
agli utenti di questa tipologia di servizi
pubblici venga garantito il massimo di professionalità educativa, ridando sicurezza e tranquillità
agli utenti e alle loro famiglie. Occorre rimuovere a monte tutte le cause che possono in qualche
modo incidere sulla sicurezza e sulla qualità degli interventi educativi di cui hanno pieno diritto i genitori, ridando loro serenità e fiducia verso i Servizi Pubblici.
OCCORRE REGOLAMENTARE LA PROFESSIONE “EDUCATORE” e “PEDAGOGISTA” CHE
AL PARI DI TUTTE LE ALTRE PROFESSIONI, DANNO GARANZIA ALL’UTENZA DI UNA
ALTISSIMA QUALITA’ DELL’INTERVENTO EDUCATIVO, E PERCHÉ NON ACCADANO
ANCORA FATTI DI CRONACA DISGUSTOSI MA PREVEDIBILI.
IL PRESIDENTE NAZIONALE APEI
ALESSANDRO PRISCIANDARO
Alla dottoressa Coradazzi:
Si, ci siamo sentiti al telefono giorni fa e il suo parere è stato, insieme alla dottoressa Antonella Foglia, presidente dell’Angsa Marche, uno di quelli che (a me personalmente almeno) hanno consentito di capire importanti passaggi di tutta la vicenda e che hanno risposto a quelle famose domande che abbiamo posto. Quello che credo di aver capito (e che ho riportato sia sulla Nuova Riviera che sul Corriere Adriatico) è che a prescindere dall’inchiesta e dal processo che avranno i loro esiti, è che quello che accadeva all’interno del centro non corrisponde a regolari prassi. Anche sulla base di una determinata spiegazione (non ricordo se me l’ha fornita lei o la dottoressa Foglia, mi perdoni) legata alle attività (non) svolte all’interno del centro.
Al signor Luigi rispondo questo: le domande che abbiamo posto – e che (si ammetto personalmente l’errore) sono state forse brutali e certamente indelicate per chi è costretto a vivere quotidianamente a contatto cone questa disabilità ma, lo ribadisco con forza, fatte assolutamente non in malafede – non rigurdavano le leggi. non ci siamo chiesti quale codice prevedesse cosa, ma abbiamo lanciato un appello a chi ne sapesse più di noi su questo mondo. Ero presente alla conferenza stampa dei carabinieri e ho visto quella stessa mattina quella piccola porzione di filmato. e decidere che si trattava di cinque mostri è stato automatico. poi però mi sono reso conto (probabilmente influenzato dalle continue e discordanti segnalazioni) che forse qualche domanda bisognava porla. A prescindere dalle leggi delle quali, tra le altre cose, mi sembra che anche gli stessi legislatori, fino ad una settimana fa, ne sapessero ben poco.
La risposta alla Chiappini
http://autismomicanoccioline.wordpress.com/2014/07/22/casa-di-alice-dopo-il-danno-si-tenta-la-beffa-in-risposta-alla-psicologa-chiappini/
La dottoressa Monica Patrignani a nome dell’APEI (Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani) prende le distanza dalla psicologa Claudia Chiappini, che “pretende di coprire una ruolo professionale senza averne i titoli e/o le capacità” e riguardo ad alcune sue dichiarazioni ritiene che “è terribile che qualcuno abbia il coraggio di scrivere tale oscenità con tanta leggerezza.
Il documento ufficiale e completo di condanna è disponibie qui:
https://www.facebook.com/groups/APEI.PIEMONTE/permalink/573958699383119
o qui in PDF
https://www.dropbox.com/s/jb40rqydirqh2v2/APEI%20PIEMONTE.pdf
Al Sig. Emidio Lattanzi, che ringrazio innanzitutto per la risposta e del quale non metto in dubbio la buona fede:
La invito a leggere questo interessantissimo articolo, molto esaustivo e chiaro su cosa sia contenzione, blocco fisico e time out, magari può essere lo spunto per un suo pezzo 🙂
1° parte:
http://www.genitoritosti.it/?p=969
2° parte qui:
http://www.genitoritosti.it/?p=983
3° parte qui:
http://www.genitoritosti.it/?p=989
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