(…) Nella migliore delle ipotesi appaio loro come un ritardato tecnologico, che ormai è peggio di ritardato mentale. Infatti, se critichi qualcuno definendolo «autistico» vieni sbranato dalle iene del politicamente corretto, se invece attacchi qualcun altro definendolo «vecchio» rappresenti il nuovo che avanza e ti applaudono (quindi se sei deficiente puoi sperare di essere integrato nella società, mentre se sei obsolescente devi rassegnarti).
(Camillo Langone; “Ho il cellulare troppo piccolo. E vado in bianco” –Il Giornale- Lun, 07/07/2014)
Langone puoi ritenerti fortunato, di sicuro tu non hai uno di quei deficienti che sperano di essere integrati tra i tuoi affetti più prossimi. Mio figlio invece è deficiente a vita caro Camillo, il termine è crudo e antiquato, ma per persone idealmente sciatte ha sempre esattamente indicato quello che oggi è definito “un autistico”. Forse fa parte della tua dichiarata obsolescenza chiamare ancora “deficenti” i disabili psichici? Puoi anche farlo se lo trovi elegantemente retrò, ma non pretendere che gente come me poi non s’ incazzi.
Però una cosa me la devi spiegare, tu non sei ignorante e sei solitamente informato, quindi non puoi non aver letto di tutte le occasioni in cui io ho cercato di far ragionare persone, altrettanto acute quanto te, sul fatto che sia veramente fuori di ogni possibile giustificazione continuare a usare il termine autistico come sinonimo del vecchio termine “deficiente”, magari perché pensano sia una scelta lessicalmente più glamour.
Avrai letto ogni riga scritta su questa mia querelle, anche perché ha in parte coinvolto il direttore di un giornale per cui tu scrivi. Forse è per mostrare solidarietà a lui che rilanci la questione in maniera così rozza, gratuita e provocatoria verso di me? Senza nemmeno avere il coraggio indirizzarmi direttamente la tua reprimenda?
Sono io che da qualche settimana sto con il fiato sul collo di chiunque usi il termine autistico in maniera impropria. A differenza di quelli che ti hanno preceduto tu lo fai a freddo e con un preciso e vigliacco intento denigratorio. Preditela con me se pensi che autistico sia un astratto termine da linguaggio comune, convincimi che non corrisponde a un reale profondo e disperato dolore.
Vienimi a spiegare perché dovrei sopportare un insulto così gratuito, che offende mio figlio e altre decine di migliaia di ragazzi come lui, soprattutto svelami perché questa battaglia per la libertà di parola affratelli un arco di pensiero così vastamente antitetico, che va dai post stalinisti ai neopapisti.
Vuoi fare lo spavaldo con gli autistici? Sai che coraggio… Vuoi giocare a fare il cattivello di maniera dandomi del politicamente corretto? Figurati, io giocavo a fare il cattivo vero quando ancora tu eri apprendista chierichetto.
I precedenti
1) L’ economista non autistico
2) Lo psicanalista che scrive su IL MANIFESTO
3) Giuliano Ferrara Direttore de IL FOGLIO
4) Corradino Mineo Senatore della Repubblica Italiana
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grande Gianluca Nicoletti per la sobrietà e per la scelta delle immagini e del titolo. sì questo sembra proprio un attacco personale. certo ormai la questione è “anziana”, come il personaggio qui a sinistra. questa sì che è un’offesa deliberata all’autismo e forse anche io la prenderei anche come diretta a mio figlio. l’autore dell’articolo dimostra di aver tutto molto piccolo
Mi sembra che Renzi non voglia mettere da parte le persone perché vecchie di età, ma invece si vuole cambiare le persone e il modo vecchio di gestire la politica in Italia.
Per favore, smetta di usare l’aggettivo autistico senza neppure sapere cosa vuole dire
Carlo Hanau
http://it.wikipedia.org/wiki/Camillo_Langone
E’ sufficiente leggere la pagina di wikipedia per farsi una idea del “valore” della persona in questione.
Sono con lei Nicoletti!
caro Nicoletti la seguo su fb e la ringrazio per l’opportunità che “offre” per entrare nel vivo e complesso problema dell’autismo.Dissento, in parte, da quanto lei qui scrive. Non credo le sia sfuggito l’accento paradossale di Langone in questo articolo. Come si possono fare battaglie per il riconoscimento di pari dignità delle persone portatrici di handicap e parlare a tuttospiano di “rottamazione” della persona umana secondo criteri arbitrari e utilitaristici? Qui il problema è la difesa e il Rispetto della sua dignità TOUT COURT. Implica il problema del fine vita. La vita dei portatori di handicap,e la vita di chi non è ritenuto più utile perché non produttivo secondo nuovi criteri di efficientismo, velocità, scaltrezza…Ma questa esclusione dal mondo del lavoro sarà costo puro. Quali le coseguenze? La sua battaglia per Tommy può essere allargata ad una battaglia per la persona umana e il suo futuro.Non sottovaluto certi problemi di difficile sostenibilità conosciuti grazie a lei, ma , forse ci saranno sempre nuove categorie da tutelare. La tutela di categorie poi porta alla frantumazione e si frantumano anche le sensibilità già così scarse.Lo statuto ontologico dell’UOMO non è la categoria. Grazie la saluto caramente Mariantonietta Amantonico
Non non colgo alcun paradosso, ma solo un intento furbetto di giocare all’anticonformista. Le battaglie per la salvezza dell’ umanità le fanno i santi e gli eroi, io non appartengo a nessuna di queste categorie e difendo mio figlio.
ciao Gianluca.
mi chiamo mario marini, ci siamo conosciuti quando ero in comune a parma.
non sprecare tempo e parole con …, del genere.
ormai la gente lo conosce, e lo reputa tale.
parlandone, fai solo il suo gioco: agisce solo ed esclusivamente per ottenere visibilità.
un abbraccio.
mm
Io aggiungerei un altro insulto alla lista di quelli di moda, da cui cui è sempre difficile difendersi, perché usato (anche questo) in modo improprio: “politicamente corretto”.