E’ veramente un problema culturale se in Italia dell’autismo esiste solo una generalizzata lettura “sciamanica”, oltre alla quale c’è solo mancanza d’informazione. Su IL FOGLIO il Direttore Giuliano Ferrara dice la sua sull’autistico (vedi pdf); lo fa sull’onda del caso del senatore Mineo, che immagino d’ aver contribuito io stesso a scatenare.
La fonte primaria ed esaustiva che Ferrara usa per definire l’autismo è Wikipedia; per lui è solo un disturbo neuro-psichioatrico, quindi banalizza l’accaduto fermandosi all’analisi della reazione d’ ufficio di Renzi e altri politici, che nulla hanno a che fare con il profondo e radicale disgusto che possiamo aver provato noi genitori.
Mi piacerebbe che Giuliano, che conosco e so essere persona intelligente, possa sforzarsi per un istante a immedesimarsi in un padre o madre che abbiano assistito via Internet a quella reazione sguaiata in cui è stato accolto, come una battuta di spirito, il termine che rappresenta il rovello insolubile della loro vita.
Non è questione di “politically correct”; chi se ne frega della correttezza, ma persino della politica nel nostro caso. Il vero fatto è che a noi uccide l’ anima vedere una platea di persone, che si proclamano “socialmente sensibili”, mentre sghignazza e batte le mani quando un senatore dei loro paragona l’ avversario a un autistico, solo per dar lui addosso. Riporto un passo del pezzo di Ferrara:
Prendete una banale voce di Wikipedia: “L’autismo, chiamato originariamente Sindrome di Kanner, è considerato dalla comunità scientifica internazionale un disturbo neuro-psichiatrico che interessa la funzione cerebrale; la persona affetta da tale patologia esibisce un comportamento tipico caratterizzato da una marcata diminuzione dell’integrazione socio-relazionale e della comunicazione con gli altri ed un parallelo ritiro interiore. Attualmente risultano ancora sconosciute le cause di tale manifestazione, divise tra cause neurobiologiche costituzionali e psicoambientali acquisite”.
Imputare chiusura, sebbene in senso politico, e aggiungere che nel comportamento di un collega o compagno o avversario-rivale si manifesta, nell’esercizio della leadership, una “marcata diminuzione dell’integrazione socio-relazionale e della comunicazione con gli altri”, bollando tutto questo di autismo, non è un’offesa a chi sia stato diagnosticato della Sindrome di Kanner o alla sua famiglia: bisogna essere un po’ folli o parecchio furbi per ingabbiare il linguaggio in vicoli tanto tortuosi e ciechi.
Se dico che il tuo comportamento è paralizzante offendo i tetraplegici? Se ti do di bischero si risentiranno coloro che hanno un deficit cognitivo? Se racconto del biondino della spider rossa, parlando di un mistero criminale, discrimino in base alla caratura tricologica di soggetti chiari e scuri?
Dai Giuliano il paragone non regge! Non puoi non capirlo! L’ autistico non è una categoria astratta dell’esistenza, non è un personaggio simbolico a cui si fa riferimento per definire un asociale, non è un vezzo per autodefinirsi anarchici e poco propensi a contaminarsi con il prossimo. Tra l’ altro, se proprio vuoi altri elementi di riflessione, anche gli autistici come tutti i malati psichici hanno fatto parte di quell’operazione passata sotto il nome Aktion T4, strage sistematicamente eseguita dal 1939 al 1945. Uno sterminio pianificato che rappresentò, sul piano organizzativo, la “prova generale” dell’Olocausto. Oltre 70 mila persone disabili a vario titolo furono uccise e 375 mila sterilizzate dal regime nazista, in quanto ritenute “vite che non meritano di essere vissute”. Attenzione a banalizzare l’ uso di una specifica disabilità psichica, con il pretesto che difenderne la dignità lessicale si tratti di eccesso politically correct. In un compito di matematica di bimbi tedeschi del 1936 questo veniva chiesto: “Secondo stime prudenti sono 300mila i malati mentali, epilettici, ecc. di cui si prende cura lo Stato. Quanto costano in tutto queste persone a 4 marchi a testa? Quanti prestiti matrimoniali a 1000 marchi l’uno potrebbero venir concessi sfruttando questo denaro?”
Pensi ancora che esageriamo se puntualizziamo ogni volta che vediamo usare con leggerezza il termine autistico?
Gli autistici sono esseri umani che nel nostro paese sono discriminati, in quanto non considerati meritevoli di un’esistenza dignitosa; gli unici autistici di cui si parla sono “i bambini autistici” e non a caso… Nessuno saprà e potrà risponderti alla domanda che fine facciano gli autistici quando diventano maggiorenni. E gli autistici non muoiono giovani, sappilo Giuliano, vivono esattamente quanto ogni altro essere umano neurotipico.
Giuliano, immagina ad avere tu un figlio autistico. Immagina di non sapere che fine farà dopo che non ci sarai più tu a seguirlo e accudirlo tutto il giorno come facciamo noi. Poi dimmi se è “una furbata” incazzarsi un po’ quando vedi signorini e signorine, di ottima educazione e cultura, ridere a crepapelle quando si danno dell’autistico nelle loro liti di famiglia.
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PS delle ore 18.00
Tutto qui?
Grazie Gianluca per esserti preso a cuore la vicenda di quei meschini politicanti disposti a tutto per vincere il loro gioco delle sedie (pardon, poltrone!)
Quanto a Ferrara, il suo paragone non regge: Mineo ha detto “autistico” non “asociale”, perciò avrebbe detto “tetraplegico” e non “paralizzante”. Perché dobbiamo subire quotidianamente gli insulti di questi aristocratici di palazzo, non ci basta già dover combattere ogni giorno contro l’emarginazione a cui sono costretti i nostri figli, abbandonati a scuola perché l’insegnante di sostegno deve fare la supplente altrove?
Ma questa gente si rende conto di cosa sia vivere ogni giorno con mille euro al mese e un figlio autistico??? No? Allora stiano zitti!
ma questo è il genio che non perde occasione per mettersi sempre in (pessima) luce. chi se lo dimentica con la bottiglia d’acqua in mano per la povera ragazza che lui voleva far continuare a vegetare, e il suo padrone addirittura faceva adorabili battute dicendo che Eluana era in grado di diventare mamma… caro Gianluca, per una volta non sono d’accordo con te: questo NON è un uomo intelligente. Per niente. Credimi, in qualità di mamma single non sai quanto ti capisco quando ti chiedi che cosa capiterà a tuo figlio quando tu non ci sarai più… Ora mio figlio è maggiorenne ma la mia paura più grossa non se n’è ancora andata, è forse meno angosciante di quando era piccolo e me lo vedevo sballottato in giro… un abbraccio enorme a te e Tommy
Senza parole..E’ davvero vergognoso!!
il suo problema, Ferra Rà (mi ricorda la Carrà in certe situazioni in cui ha bisogno di fare “spettacolino”), è di essere troppo grasso (a nulla serve mettere le “mani avanti” con “ferrareilgrasso”, sperando …. di dissuader…si dall’esserlo)nel senso che non riesce più a contenersi su troppe cose e troppe e troppe volte, fino alla nausea, ormai, è in prima fila nel sparare cazzate. Ferra Rà lei è ormai troppo grasso prima di tutto per ciò che le esce dalla bocca.