E’ stata da poco pubblicata la traduzione italiana del libro di Naoki Higashida: “Il motivo per cui salto“. L’autore è nato nel 1992, e nel 1998 gli sono state diagnosticate «tendenze autistiche». Successivamente ha frequentato scuole per studenti con necessità speciali, e nel 2011 si è diplomato. Ha pubblicato diverse opere di narrativa e non, ottenendo premi per la sua scrittura. Tiene conferenze sull’autismo e scrive per un blog. Vive a Kimitsu, in Giappone.
Sulla fascetta dell’ editore è scritto: “il caso editoriale che ha commosso il mondo”. Nessuno pensi che a noi genitori d’ autistici “tosti” possa cambiare la vita sapere che il mondo si sia commosso per la vicenda di un ragazzino che non parla, ma che ci racconta come sia il mondo visto da un autistico. A me personalmente fa leggermente irritare.
Ancora una volta è un caso di fanta autismo per cui il mondo si commuove. E’ lo stesso meccanismo per cui il mondo si è appassionato al Codice da Vinci, che è fanta storia, o si è attizzato con le cinquanta sfumature di grigio, che è fanta erotismo. La sola differenza è che di autistici ce ne sono veramente tanti e inascoltati nei loro bisogni, ma piuttosto ancora una volta devono vedersi rappresentati unicamente da qualcuno che compia prodigi in quanto autistico.
Immaginate quanto il mondo si commuoverebbe se un cieco scrivesse di quello che vede, una persona immobilizzata sulla carrozzina di quanto sappia correre veloce, un muto pubblicasse un cd con le sue canzoni. Sarebbero considerati eventi strabilianti? Miracoli incredibili? Oppure espedienti di marketing letterario, costruiti ad arte con persone che, in realtà, non avevano le difficoltà proprie della disabilità a loro attribuita?
Mi dispiace, forse sono senza cuore, ma io non mi sono commosso per niente, ho trovato il libro incredibilmente finto e lezioso, nulla tolgo alla buona fede dell’ autore, ammesso sia stato realmente Naoki Higashida a scriverlo. Nulla da obiettare se Naoki è un “tendente all’autismo”, come viene scritto nel risvolto di copertina, termine che non vuol dire assolutamente nulla.
Meno fiducioso di buona fede e sospettose che qualcun’ altro per lui l’ abbia scritto, nel caso dovesse trattarsi di un autistico a basso funzionamento, come emotivamente sarà portato a pensare il lettore disarmato, quello che legge commuovendosi per quanto sia miracoloso che una persona che non dovrebbe avere pensieri complessi riesca ad esprimerli grazie a un sistema di scrittura particolare. Tra l’ altro nell’edizione italiana ambiguamente sembra che sia sottinteso che si tratti di una versione in ideogrammi della “scrittura facilitata”, nota bufala che millanta di trasformare autistici non verbali in saggisti e poeti.
Non mi tocca l’anima, mi sembra un bel compitino scritto di fino da uno dei tanti che vorrebbero far passare l’ idea che i ragazzi autistici siano angeli caduti, creature aliene, o insondabili testimoni di verità sepolte dentro loro. Sapete quanto farebbe piacere a me e a tanti genitori che conosco che le cose stessero veramente così? Purtroppo i problemi che vedo ogni giorno affrontare ai miei colleghi (quelli veri, non i genitori putativi dei figli delle stelle) sono legati al mangiare, al camminare per strada, a non farsi male o far male al prossimo, a cercare di allacciare con fatica e frustrazione sottilissimi legami tra noi e l’ autistico, anche solo perché ci dica che ha il mal di pancia o una scarpa gli sta massacrando il piede.
Il libro non mi ha commosso perché nulla mi commuove meno del luogo comune, il libro ne è infarcito alla nausea. Tutto quello che l’ illusione del fanta autismo vuol sentirsi dire il piccolo oracolo ce lo snocciola. Soprattutto non mi ha commosso perché a me è parso un esercizio di maniera e laddove colgo frasi del tipo “essendo autistico non sono libero (…) nato con sensi primordiali “ oppure “a volte provo davvero pena per voi, che non potete vedere la bellezza che mi circonda così come la vedo io.” Mi viene da dire: “ragazzino non prendermi per i fondelli, tu scrivi pure cose carine, ma sei autistico quanto io sia Santa Teresa di Calcutta!!!”
Leggi pure da Redattore Sociale:
Autismo, Hanau: “Basta con i libri scritti dai ragazzi prodigio”
Carlo Hanau critica il libro “Il motivo per cui salto” di Higashida: “O non è autistico, o non lo ha scritto lui. Autismo non va confuso con mutismo”. E accusa: “Gravi mistificazioni per vendere illusioni”
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Siamo nell’età del sentimentalismo. Paga, e fa marketing, anche nel mondo dell’autismo, purtroppo. Di libri del genere ne abbiamo già visti, e ne vedremo ancora sicuramente.
E’ vero ci stanno fracassando le palle loro e queste stronzate……
Condivido le tue considerazioni sul libro che non intendo leggere, perché non m’interessa e per quel poco tempo che mia figlia Alma mi lascia respirare, preferisco dedicarlo ad altri interessi che riguardano anche l’autismo, ma non quello dei fotoromanzi o di fantascienza.
Le considerazioni di Carlo Hanau, invece, mi annoiano… Sono le stesse da trent’anni a ‘sta parte e il suo riferimento al fatto che gli autistici non sanno pensare mi sembra lesivo e poco utile anche quello… Si fa fatica a sentirci rappresentati veramente come genitori di persone con autismo a basso, alto o normale funzionamento… Insomma si potrebbe trovare un modo per sentirci uniti almeno in alcuni intendimenti? dico io.
Gentilissima Emanuela Borrelli,
l’intervista a cui si riferisce è stata rilasciata per telefono in pessime condizioni di comunicazione e perciò conteneva affermazioni, come quella da Lei citata, “gli autistici non sanno pensare”, che nei 30 anni da che mi occupo di autismo non ho mai scritto o detto. Dice che l’annoio, ma non si accorge che questa affermazione sarebbe invece una novità assoluta nel mio pensiero. La prego di andare a leggere la stessa intervista dopo le mie precisazioni e non troverà più quell’affermazione.
Aggiungo se vuole che non sono neppure contrario agli strumenti di comunicazione alternativa e aumentativa con diritto d’autore, purché dimostrino di essere efficaci con prove scientifiche.
Io stesso mi sento annoiato di dovere ripetere ciclicamente le stesse cose, ma i venditori di illusioni riciclano le stesse ciarlatanerie ciclicamente, trovando nuovi clienti sopra tutto fra i genitori giovani e ingenui.
Cordiali saluti
Carlo Hanau
Condivido pienamente le tue riflessioni, la gente comune sembra che ami pensare che dentro al buon selvaggio si nasconda un’ anima di genio incompreso.
Penso che l mito della persona intelligente sia uno dei tabù più assurdi del nostro mondo moderno, ma perché una persona per valere deve essere intelligente? Perché se una persona ha un deficit mentale pensiamo che non abbia lo stesso diritto di vivere una vita piena, realizzata e armonica di quella di una persona “intelligente”.
Perché quando ricerco fondi per la mia associazione mi accorgo che devo sempre anche includere il fatto che i ragazzi dell’autismo sono intelligenti? Ma perché non la smettiamo di considerare così importante questa dote dell’essere umano? Tantopiù che la maggioranza dei neurotipici ne ha giusto giusto una spruzzatina e la usa anche molto male!!!!!
Guardandomi indiero osservo come anch’io sia stata affetta da questo morbo ossessivo dell’intelligenza come valore assoluto.
Oggi penso che la dotazione intellettuale è spesso una condanna più che una fortuna per gli esseri umani!
Quando vedo mio figlio Ale e la sua serena fgelicità assoluta mi commuovo
Credo che se non ci staccheremo da questo falso mito, come da quello della salute e della prestanza fisica saremmo condannati ad essere ignobili esseruncoli per sempre!
E già …. Basta essere di un altro continente (un nome straniero fa sempre colpo!), spacciarsi per quello che non si è, e si diventa un “caso letterario”! Mentre in Italia, se si scrive un percorso di vita reale e si è degli emeriti SCONOSCUTI, non ti danno la possibilità di parlarne: troppe verità scomode. Se le fa piacere di leggere la storia della mia famiglia, di mio figlio Antonio (con Tommy hanno solo un mese di differenza), le consiglio di leggere “Antonio allo specchio” pubblicato da Carlo Delfino Editore e io Maria Grazia Pinna, sono l’autrice (la prefazione è di Tonino Oppes). Carlo Delfino è stato l’unico, della lunga sfilza di editori a cui ho inviato il manoscritto, a credere nella mia storia. Inoltre, il due di aprile, mentre lei Nicoletti dava l’occasione a delle mamme di parlare di quello che abbiamo bisogno per i nostri ragazzi e per le nostre stesse famiglie, io avevo la possibilità di fare un lungo discorso grazie a “radiolina” (la prima stazione radio della Sardegna), su quello che manca in Sardegna per la presa in carico globale dei nostri ragazzi, di un iter comune in tutte le ASL, di percorsi di inclusione lavorativo e sociale, ecc.. e soprattutto, del grave problema delle lunghissime liste di attesa nei centri convenzionati ASL, per far fare la terapia ai nostri figli (io e mio marito abbiamo vinto la causa contro l’ASL di Sassari e Antonio, dopo tre anni, ha ripreso la terapia). Se vuole conoscerci meglio (mi faccia sapere cosa ne pensa del libro) e sapere delle battaglie condotte per Antonio, digiti su Google:” storia di Antonio ragazzo autistico privato della terapia”. Un caro saluto
Naturalmente sono d’accordo su tutto ed aggiungo che questo “fanta-autismo” (anche se possono esserci casi particolari..ma rari…di straordinari recuperi) fa del male ai nostri ragazzi creando dis-cultura intorno a loro ed incoraggiando le persone che se ne prendono cura ad assumere deleteri atteggiamenti del tipo “io ti salverò” “io espugnerò la tua fortezza”.
Paola
Vero. Sacrosanto. Sono mamma di un ragazzo autistico ed il Dott. Hanau dice il vero. Quelle editoriali e televisivi sono solo operazioni di basso marketing. L’autismo non è Rainman, non è Codice Mercury, è una pesantissima realtà che si vive ogni giorno tra disagi e difficoltà. Che mette in crisi la famiglia di chi soffre di autismo, e non solo. Che richiede nervi saldi, dedizione, tempo, energie inimmaginabili a chi non lo vive. Noi “veri” questi casi nemmeno li prendiamo in considerazione. Ma ci fanno irritare. Assai.
Capisco voler mettere in guardia dalla CF , ma non comprendo e non giustifico le affermazioni di Hanau. http://autismomicanoccioline.wordpress.com/2014/04/09/gli-autistici-pensano-e-sanno-chiedere-un-bicchier-dacqua/
Non c’è cosa peggiore per un figlio autistico di avere dei genitori come gli autori di questi due articoli nella pagina.
Non c’è niente di più doloro e frustrante per un autistico guardare i propri genitori e chiedersi chi è veramente disabile.
Brutta bestia è la paura di scoprire nei nostri figli un pensiero e delle emozioni intatte.
E’ doloroso per i genitori esserne a conoscenza.
A questi genitori-detrattori chiedo solo di dirottare tutta la loro veemenza, paura, acredine, non contro i genitori che hanno un cuore meno pavido del loro, ma in uno sforzo a perdonarsi per non essere stati in grado di aiutare i loro figli. Si perdonino una buona volta, che il loro percorso di vita coi loro figli gliel’hanno precluso le tante “menti scientifiche erudite”.
Del resto, anche il povero Galileo Galilei non fu creduto e perseguitato.
La storia è intrisa di detrattori che hanno più paura della paura che della verità…
Concludo con un’affermazione di Max Plank, fisico: “Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari!”