Vi annuncio che entro un mese avrete notizie della prima spedizione di colonizzatori di INSETTOPIA, per iniziare ne serviranno MILLE. Al momento giusto indicherò come avverrà il reclutamento. Non possiamo più aspettare. I ragazzi crescono e le loro famiglie si spengono. Spesso nella solitudine, o perché spolpate da chi della loro disperazione si approfitta. INSETTOPIA si manifesterà in questa prima fase in un’ area web che ha come obiettivo diventare il maggior aggregatore di senso e di cultura sull’autismo. INSETTOPIA sarà ovunque si rivendichi l’orgoglio di un’ esistenza felice per gli autistici e le loro famiglie.
Faccio un esempio: INSETTOPIA è dove opera la cazzutissima giovane maestra torinese che mi ha scritto una lettera. Lei si occupa nella migliore delle maniere possibili di un bambino autistico di 6 anni.
Pubblico qui la lettera La sua è una storia esemplare per sintetizzare il clima quotidiano in cui si devono destreggiare le persone di buona volontà, e d’ intento sincero, di fronte alla viscerale ignoranza della maggior parte degli operatori, pubblici o privati che siano, che si occupano d’ autistici senza avere la minima idea di cosa sia l’ autismo.
“Buona sera, ho 33 anni e sono la maestra di S. uno splendido bambino speciale. Non so perchè le scrivo ma credo, che questa sera lei sia uno delle poche persone che possa capire come mi sento. Lavoro in una scuola dell’Infanzia paritaria. S. è un bimbo di 6 anni autistico e iperattivo…diciamo che ormai da 3 anni occupa le mie giornate insieme a tutti i suoi compagni. Negli anni ho sviluppato un progetto integrativo e interattivo. Grazie anche al suo libro ho acquistato grazie alla scuola che ha investito sul mio progetto un IPad e uno schermo. L’IPad spero possa servire a S. per iniziare a comunicare in qualche modo,almeno il minimo e lo schermo via wi fi comunica con l’Ipad in modo che a piccoli gruppi di 2 o 3 anche i bimbi della classe possano giocare con S. Oggi sono stata al solito incontro di rete con l’ASL dove ho sentito dire queste parole: “tanto il bambino è handicappato,tanto andrà in affido o in comunità e se non ora sicuramente quello sarà il futuro. Se i genitori frequentassero altri genitori sfigati come loro….” Ma non è possibile che ci siano persone così. Adesso mi mangio le mani per non aver risposto a questa “grande esperta di sensibilità” ( si tratta della psicomotricista dell’asl, che non ha più voluto il bambino perché le ha morso tutti i giochi di psicomotricità). Ho solo molta rabbia. Io Credo in quello che quotidianamente faccio credo nei miei bimbi e ancor più credo in noi e in ciò che viviamo con S. quotidianamente ma,uscito dalla nostra classe mi viene da chiedere che vita spetterà a S. se i servizi che dovrebbero esser un aiuto sono invece un ostacolo? Mi perdonerà per lo sfogo spero e grazie. Io amo questo bimbo speciale come se fosse mio anzi, per 8 ore al giorno è mio e per 5 anche della maestra di sostegno con la quale collaboro molto bene insieme abbiamo studiato un progetto per l’interazione con i compagni tramite l’Ipad e lo schermo in classe e S. è amato anche in classe da tutti i suoi compagni perché è amato da noi. Siamo quei pesciolini che tutti insieme uniti aiutiamo S. a sconfiggere il pesce grande che non è l’autismo, ma è la società. Ho scritto a lei forse perchè in cuor mio vorrei che la risposta per S. sia un’ Insettopia dove S. possa mangiare le sue pizzette e giocare con la sua trottola senza che nessuno predica per lui nè affidi nè comunità, con la quale dovrà presto relazionarsi, per tutti noi S. è un grande dono e non ci fa vivere quotidianamente un’altra vita ricca e imprevedibile ma soprattutto ricca di diversità del suo esser speciale. (lettera firmata)
Noi cittadini d’ INSETTOPIA siamo fieri d’ essere degli sfigati, se il modello di persona di successo è questa insegnante di psicomotricità, la sua frase rivela che ha sbagliato mestiere, o lo esercita con grande fatica, non sarà mai cittadina d’ Insettopia, per lo meno fino a quando quello sarà il suo modo di pensare. Peccato ci sarebbe molto bisogno di persone che sappiano il fatto loro a Insettopia, come di sicuro la maestra che mi ha scritto, che da ora posso annunciare avrà il primo attestato di cittadinanza. Pensate che stia scherzando? Vedrete vedrete…Chi ha voglia d’ emigrare a INSETTOPIA cominci a preparare i bagagli, tra poco si parte.
Ho una figlia di otto anni che soffre di un disturbo della sfera autistica lieve, quindi una bimba ad alto funzionamento. Io vengo da una situazione opposta; operatori ASL preparatissimi e molto bravi e amorevoli, insegnanti pessimi, sopratutto l’insegnante di sostegno. Le difficoltà che incontro quotidianamente sono le stesse segnalate dalla maestra di S, però nella scuola, ovvero in un ambiente che la dovrebbe tutelare, proteggere, aiutare ad aprirsi al mondo. Trovo che il meccanismo di assegnazione delle insegnanti di sostegno sia assurdo. Mia figlia ha avuto la sfortuna di trovare
docenti totalmente impreparate a gestire le sue difficoltà relazionali e senza alcuna volontà di mettersi in gioco, come insegnanti, nel rapporto con lei. Ed è davvero angosciante pensare di non potersi fidare delle istituzioni siano esse la Asl o la scuola. Insettopiamo anche noi
Ho un figlio di 8 anni autistico anch’io ho avuto un ottimo rapporto con la Asl di Acquaviva delle fonti (ba) ma so che questi casi esistono il mio bimbo e stato fortunato ma il suo fratellino minore normodotato che mostra una lieve problematica di non accettazione del fratello ha trovato delle autentiche streghe nella scuola…. Si ingegnano in tutti i modi per render ci la vita difficile e per dimostrare come siamo inetti nello svolgere il nostro ruolo di genitori vorrei vedere questi eroi al nostro posto!!!!!!
per prenotare?
Io ed il mio Gianluca siamo pronti 😉
Salve. Ho 64 anni ed ho un figlio speciale di 24 anni, non verbale, che ha tutti i requisiti per richiedere la cittadinanza della nascente (speriamo) INSETTOPIA. Ad ogni buon conto lascio il mio recapito elettronico (non si sa mai): cdacci@libero.it. I miei complimenti alla c………. giovane maestra torinese ma soprattutto a Lei Nicoletti. A questo punto mi pare d’obbligo finire questo mio intervento citando la famosa frase di una nota canzone spagnola: Venceremos adelante o victoria o muerte
E’ incredibile…il passato riprende vita. Allora come adesso, ripeto quelle due parole che l’insegnante del mio Antonio aveva sentenziato sul suo futuro. Ma, pestando il palmo della mano sul volante, ritornando a casa sotto una fitta pioggia, promisi al mio Antonio che nessuno avrebbe mai compromesso il suo futuro. Ho combattuto affiancata da mio marito che, per anni rimasto in seconda fila, ha applicato le regole della guerriglia, rinnovando l’amore e l’orgoglio per il suo Antonio. Da quella sentenza, sono passati cinque anni. Il mio Antonio (che è più piccolo di Tommy di un mese) ha migliorato nelle sue autonomie, riconoscere buona parte dei pericoli che gli si possono prospettare,legge, scrive. Ha acquisito il diploma di terza media e da allora il suo parlare è in continuo miglioramento. Tutto questo grazie a un incessante lavoro in famiglia profuso a ins. di sostegno, neuropsichiatra, medici dello sport, collaborando in un lavoro di equipe. Non solo, conclusa quella brutta parentesi di cinque anni fa, è migliorato anche nel manifestarci i suoi sentimenti: ci abbracciamo, ci baciamo, si accorge quando stiamo male e ci coccola. Grazie per l’invito ma…. io rimango qua, non abbandono il campo! Continueremo nelle nostre lotte per tutelare quelli che definisco i miei ragazzi. Non intendo abbandonarne neanche uno. E’ per questo che spero che “Antonio allo specchio” il libro che ho scritto (pubblicato da Carlo Delfino – prefazione di Tonino Oppes) sia una voce in più per riuscire a far applicare quanto è ben definito nella convenzione dell’ONU. Mi Chiamo Maria Grazia Pinna e scrivo da Sassari. Spero comunque di poterLa conoscere di persona.
Magari noi siamo pronti ad emigrare subito ad INSETTOPIA nel frattempo combattiamo questi barbari
Il problema è che certe persone occupano posti di lavoro ben pagati, senza avere un minimo di competenza. La psicomotricista, inoltre, deve avere seri problemi di natura psichiatrica per fare affermazioni di questo tipo.Cittadini di INSETTOPIA, forza e coraggio, non arrendetevi!
Voglio essere felice con mio marito mia figlia normotipica e il mio bimbo speciale di quasi 6 anni….abbiamo bisogno disperatamente di essere compresi dal resto del mondo…che vedendo le stranezze di mio figlio sorride.
Io non sorrido sono stanca ma voglio combattere. La forza c’è la possono dare persone come la maestra di Torino che tu citi e tutto quel mondo di angeli che a volte esistono e che fanno non solo il loro lavoro bene, ma che in alcuni casi vanno oltre.
Mi aiuterebbe uscire fuori e poter far qualcosa di più per mio figlio e per i bambini come lui….spero tu mi tenga presente per la tua prima versione di INSETTOPIA via web.
Con stima Barbara
grottaglie[ta] e pronta
Ho un figlio di quasi 11 anni, autistico, non verbale. E’ l’unica persona al mondo che mi ha fatto conoscere l’amore assoluto e per questo sarò grata per sempre di averlo avuto.
Combattiamo tutti i giorni con una scuola che non lo vuole.
Solo l’ aiuto di una maestra di sostegno che da quattro anni sta impegnando tutta se stessa per lui, ho la forza di accompagnarlo tra quelle mura ogni mattina.
L’ASL inesistente, qualsiasi terapia è a nostre spese.
Ma è la storia di tanti di noi