Avevo pur scritto: “Alla vittoria dell’Estense seguiranno stupefacenti azioni di dissoluta allegrezza”. Ecco che La Nuova Ferrara ha ospitato in prima pagina la lettera della madre di un ragazzo autistico. E’ Mariella che ha fatto i salti mortali per venire ad assistere alla cerimonia in teatro per il Premio Estense. Avevo già scritto qualcosa sul tema delle mamme costrette a essere suore sul blog della 27Ora del Corriere.it. Domani però rispondo direttamente a lei, con una lettera che sarà sempre pubblicata sullo stesso giornale. (GN)
Io, mamma che rompo il silenzio
FERRARA. Caro Direttore, ero in platea, mi era costato molto essere lì, ho dovuto organizzare tutto nei minimi particolari, in modo da non creare problemi alla routine quotidiana di mio figlio e di conseguenza della mia “speciale” famiglia. Ho trovato il tempo per fare la doccia, per sistemarmi i capelli, dare lo smalto alle unghie e mi sono addirittura fatta una coccola massaggiandomi con cura la crema per il corpo, tutte cose normali, cose che si fanno quasi quotidianamente, non per me, non per “noi” mamme di bambini, ragazzi e adulti con autismo. L’ho fatto con la voglia di esserci e me lo sono potuta permettere perché mio marito mi ha aiutato dandomene la possibilità. Adesso ho le mani che bruciano, provo una gioia che rasenta l’euforia anche se ho dovuto rinunciare al buffet per tornare a casa, perché “noi” dobbiamo sempre correre a casa. Forse sono molto di parte, ma con estremo orgoglio ero presente tra il pubblico alla premiazione del Premio Estense 2013 e questo mi fa credere o sperare che il vincitore del premio, Gianluca Nicoletti abbia scritto un libro-biografia che arriva a tutti, magari in modo diverso, magari per motivazioni diverse, ma arriva. A me è arrivato senz’altro, è stata dura leggerlo, ammettere che le cose che il mio “socio” (così lui definisce noi genitori che viviamo la stessa esperienza) fossero vere, dover accettare di leggere la nostra realtà quotidiana messa a nudo, dover ammettere a me stessa che, se tolgo tutto il romanticismo e l’ironia che mi serve per sopravvivere giorno per giorno, rimane solo un’amara realtà. La prima metà del libro “Una notte ho sognato che parlavi” è stata dura da digerire, Nicoletti è un po’ troppo diretto, un po’ troppo concreto, un po’ troppo sincero ed in questo momento storico pieno di bugie e di bugiardi retribuiti con soldi pubblici, non sono abituata a così tanta verità tutta in una volta, l’unica cosa che lo accomuna al giornalismo odierno è il linguaggio a volte volgare ma che a dire la verità posso definire a sua volta sincero. Con me c’era una mia “socia” ed insieme abbiamo gioito nell’apprendere che la giuria ha deciso di premiare un libro che tocca le corde del cuore, qualcuno sul palco durante la premiazione ha detto una frase del tipo: perché il mondo ha bisogno di emozioni vere. Per me lo è stata, un premio speciale quindi, dal profondo del cuore ad una giuria, che ha avuto il coraggio di riconoscere che oltre ad essere un libro di scorrevole lettura, è soprattutto un libro-omaggio scritto in modo “particolare” da un giornalista, un uomo, un padre che si è messo a nudo per noi. E adesso? Adesso leggerò anche gli altri due libri dei quattro in gara che non ho ancora letto. Sono ansiosa di farlo, sono ansiosa di leggerli, anche per queste letture future ringrazio sin d’ora la giuria che me le ha fatte conoscere tramite una bellissima presentazione. Rimane il problema di trovare il tempo per farlo, ma a questo penserò domani. Questa sera sono ancora la mamma di Giangi, ma questa sera sono anche una donna, questa sera mi sento una donna, sono una donna che ha i capelli inordine e un velo di trucco e anche se noi non usciamo a cena perché nostro figlio odia la confusione, io questa sera mi sento Mariella,una donna felice.
Mariella Ferri (La Nuova Ferrara del 24-09-2013)
***
Gentile Mariella, la sua lettera – che è larga, generosa, sorridente – fa bene a tutti. A lei è alla sua famiglia, a Giangi, a coloro che vivono dentro e intorno l’universo dell’autismo, quindi all’amico valoroso Gianluca Nicoletti, a Ferrara e al suo senso di attenzione e civiltà. E fa benissimo al Premio Estense, il quale anche stavolta ha esibito con vigore la forza della letteratura. Che non è soltanto lussureggiante materiale astratto. Farà sognare o soffrire fin che si vuole. Ma libera.
Stefano Scansani. (Direttore de LA NUOVA FERRARA)
Grazie Mariella! È bello leggerti ed è bello questo tuo scrivere così vero! E se un giorno ti vien voglia di scrivere la tua storia e poi di pubblicarla, io sarò contenta di acquistare il tuo libro. Ti abbraccio forte. Raffaella
mariella cara, quanto ti capisco… sono una tua socia di pc.. e da un paio di anni a questa parte, mi concedo 2 serate all’anno in discoteca.. serate ’70-’80 .. e sono per qualche ora ..” normale”.. un abbraccio, barbara.
Felicità raggiunta, si cammina
per te su fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t’ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.
(E. MONTALE)
Gianluca, Mariella , Tutti Noi ,soci della grande famiglia della disabilità, riusciamo ad esprimere anche col vigore del dolore la conquista della felicità che i miserabili responsabili di questa società allo sfascio mai riusciranno a provare ,sebbene abbiano saccheggiato risorse utili per far sorridere ,anche per una sola sera all’anno, chi non ha più voce e neanche la forza per fare scorrere una penna su un foglio bianco .
Resistiamo obbligatoriamente per insegnare a far sorridere sempre di più i nostri fratelli.
Grazie .
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