La vicenda dell’ esorcismo, vero o presunto che sia, in Piazza S. Pietro è ormai balzata all’ onore delle cronache. Secondo me è importante sfatare comunque l’ idea che possa esserci un nesso tra disabilità e diavolo. Sono più che convinto che il Papa non lo abbia mai pensato, nemmeno alla lontana, in ogni caso gli era stato chiesto dal Legionario di Cristo che l’ accompagnava di esorcizzare un uomo, comunque disabile, seduto su una sedia a rotelle.
Padre Amorth ci rassicura sulla causa possibile dell’ infestazione, era forse colpa dei Vescovi messicani, ma in tutta questa querelle tra il comico e l’ imbarazzato, non è secondo me del tutto superfluo ribadire che la disabilità non sia una condanna divina, non sia conseguenza di comportamenti irregolari da parte dei genitori, non ci sia l0 zampino del diavolo, soprattutto in un disabile di tipo psichico.
Queste sono credenze antiche, superstizioni debellate dalla popolazione civile? Mica tanto vero però… Non più tardi di un mese fa, una famiglia di professionisti di una città di provincia si è rivolta a un centro specializzato di neuropsichiatria infantile a Roma, assieme a loro un ragazzo che presentava disturbi del comportamento.
Confessarono di essersi rivolti a dei medici solamente dopo aver affidato il figlio a un esorcista. Vedendo che il ragazzo mangiava tranquillamente l’ Ostia, senza nessun effetto negativo, si erano convinti che non fosse posseduto dal diavolo e quindi, forse a malincuore, decisi di rivolgersi a uno specialista d’ altro tipo.
Il pregiudizio che cova alla base della reticenza a comunicare il disagio di un figlio, o parentem disabile psichico purtroppo non è del tutto estinto, vale la pena affrontarlo apertamente ogni volta se ne presenti l’ occasione. (Il mio video su LA STAMPA.it).
Troppa circospezione, sospetto, ipocrita reticenza avvertiamo spesso attorno ai nostri figli da parte non solo di estranei, ma anche di persone amiche, o addirittura di famiglia. Anche se di fatto viviamo una società ampiamente secolarizzata, i residui latenti di arcaiche credenze riguardo nessi oscuri tra problemi psichiatrici e insondabili forze maligne, o imprecisati comportamenti “irregolari”, è ancora molto presente.
“Hai guardato in faccia tuo figlio quando l’ allattavi?” E’ la domanda che ancora da molte parti viene fatta alla madre di un autistico, alla radice c’è comunque l’ idea di un senso di colpa alla radice del male. Dietro a ogni colpa è un attimo che spunti la coda di un demone, forse per molti molto più facile da elaborare, piuttosto che una diagnosi, al momento, senza cura.
Purtroppo, l’idea che i malati psichici siano “indemoniati”, è più radicata di quanto io non pensassi. È un anno che combatto la pazzia improvvisa di mio marito, molti amici e conoscenti mi hanno più o meno velatamente consigliata di rivolgermi a un prete esorcista. È assurdo! Io continuo a rivolgermi a psichiatri esperti e mi rifiuto categoricamente di prendere in considerazione l’idea del diavolo! Se mio marito non migliorerà vorrà dire che è incurabile o non sono andata dal medico giusto. un abbraccio al bellissimo Tommy
A me sembra letteralmente allucinante che esista ancora gente oggi, in Italia, che covi simili credenze, che possa pensare anche solo lontanamente che la disabilità, quella psichica è vero più delle altre, sia opera di un castigo divino. È gente che sicuramente del Cristianesimo non ha mai capito nulla, pur professandosi magari credente, e che ci conferma come secoli di civilità, per molti, siano trascorsi invano.
E addirittura che alcuni possano ancora ritenere di una qualunque valenza la tesi delle “madri frigorifero” è semplicemente raccapricciante. Proprio quello che serve alle famiglie come le nostre….delle belle iniezioni di fiducia!!! Meno male che abbiamo le spalle forti Gianluca, anche se anche io, come te, a volte mi sento fragilissima…. Grazie comunque per i tuoi commenti sulla vicenda accaduta a San Pietro, sono precisazioni che senz’altro è meglio fare, visti i tempi.
ho letto su “Repubblica” che in italia esistono (non so se sia vero) numerose sette sataniste, ad es. una denominata “Chiesa di satana” avrebbe 40.000 adepti..un’altra denominata “Confraternita luciferina” ne avrebbe 150…magari pure queste contribuiscono a perpetuare il medioevo
Penso che in ogni cosa ci vuole misura e discriminazione. Se una persona e’ indemoniata, questo lo possono capire solo gli esperti nel campo, cioe’ gli esorcisti. E’ pur vero che in una malattia psichica, l’uomo diventa debole nella volonta’ e facilmente suggestionabile da interventi esterni, da voci negative che si divertono, spesso, sulla disabilita’ della persona. Posso rispondere con una poesia che scrissi nel 2004, quando mio fratello affetto da disturbo psichico, era ricoverato in ospedale.
SGUARDO D’AMORE
Nei tuoi occhi leggo
il grido smarrito
di un bimbo
che chiede aiuto;
l’emarginazione del diverso
che non si sente amato;
la sconfitta di chi, solo
lotta contro l’ignoto.
C’e’ chi vi legge
odio, minaccia, follia…
tutto il negativo
che l’uomo teme
nell’altro ci sia
quando non sa guardare
con occhi d’amore;
quel negativo
che e’ nel suo cuore
dove non ha il coraggio
di guardare.
Nicoletti ti adoro….scusa se ti do del tu, ma ormai sei una amico con cui non ho paura di affrontare gli argomenti più disparati, non solo quelli legati alla disabilità dei figli, E’ anche riposante parlare con te perchè hai sempre ragione….io mi limito ad annuire e a provare sollievo per la condivisione. Grazie
… purtroppo quando si parla del diavolo, demonio, satana, subito la mente corre alle immagini de “l’esorcista”. Probabilmente da questo dovremo “esorcizzarci”. La questione da considerare è se esiste il diavolo. Diamo significato al nome: Diavolo è colui che divide (…e cosa c’è più dell’autismo che ci separa da nostro figlio), ancora Satana era il termine con cui in greco si descriveva il compito di chi durante un processo era chiamato a “coglierti in castagna” (il pubblico ministero), colui che cercava di tirare fuori il peggio di te (Chi fra padri di soggetti autistici non ha mai provato un sentimento del genere….), ancora, l’autismo per una persona opera una ulteriore e profonda divisione …divide l’IO” dal “SE'”, da ciò che è sempre stato, da ciò che si percepisce con la propria autodeterminazione. Abbandoniamo gli stereotipi cinematografici, il male è un mistero ma comunque c’è…e fà soffrire.