All’ indomani del 2 aprile le luci blu si sono spente e ricomincia il quotidiano (per me con una crisi epilettica di Tommy appena dopo la mezzanotte…Significa ricominciare da capo con le analisi, farmaci da cambiare, ansia che possa ricapitare per strada…Chi ce la fa a prenderlo su!).
Questo è il quotidiano, mio come quello degli altri come me. Ho passato una giornata come la Madonna Pellegrina a girare per studi tv a parlare di autismo, che poi alla fine sui tratta di commentare qualche sequenza di Rain man e rispondere a colleghi accorati dal ciglio umido per la mia (nostra) eroica esistenza.
Già dissi ieri che mai vorrei sentirmi il 2 aprile come mio nonno il 4 novembre. Lui era un eroe di guerra, il giorno della vittoria rispolverava le sue medaglie e andava a fare la sfilata dei reduci, poi tornava a casa e per un anno restava in pantofole.
L’ unica guerra che mi va di fare è quella per Insettopia, del resto mi importa più poco. Grazie a quanti mi stanno scrivendo, proponendomi collaborazione. Il mio intento è studiare un “modulo di città felice” , più che costruirne una sotto casa mia. Ci lavorerò finché ce la faccio, vi confesso che a volte manca proprio l’ energia.
Per favore non tediatemi più con messaggi del genere:
- “Quanti pregiudizi! Ma come si può a priori negare questo o quello senza essere esperti della materia, ufficialmente si è prontissimi nel dire che la causa Dell’autismo è sconosciuta per poi negare la correlazione autismo-vaccini! Ma con quali titoli, con quale presunzione? Mi viene il sospetto che in alcuni casa si possa trattare di malafede ;-(. mamma di un bimbo autistico nato sano, divenuto tale dopo Mpr vaccinazione!” (una madre dal blog)
-
@MelogNicoletti la percentuale di bambini non vaccinati e vaccinati che sono autistici , in rete è pieno di informazioni in merito ( un tipo da Twitter)
Io sono convinto che sia corretto quello che al momento è più concretamente provato dalla scienza, vale a dire l’ autistico è tale già dopo due mesi che sta nella pancia di sua madre, ma se ad altri fa piacere pensare che non sia così, liberi di pensarlo.
Chi come me ha accanto un gigante adulto di cui occuarsi h24 ha veramente altri problemi da risolvere che pensare al complotto delle multinazionali farmaceutiche. Scusate la crudezza, ma ne ho un po’ le palle piene di chi non perde occasione di dar lezioni forte di quello che leggiucchia in rete!
Ho fatto ieri un programma con persone che giudico competenti, a chi va può ascoltarselo qui:
. Mio video per ANSA per giornata dell’ autismo
Sto leggento il tuo libro, bello.
Si sono spente le luci blu, speriamo rimangano accese le luci delle menti!
E sognamo Insettopia per tutti i “Tommy”.
Grazie
Erika
Caro Gianluca, lascia perdere i “fanatici del vaccino”, sono un medico e le mie figlie sono tutte vaccinate, come i miei nipoti figli di mio fratello (anche lui medico) anch’essi tutti vaccinati ….. solo la mia secondogenita ha un disturbo dello spettro autistico. Grazie comunque per quello che fai.
Caro Gianluca,
Purtroppo temo che continuerai a venire infastidito da genitori e altri soggetti che sostengono che l’autismo sia fondamentantalmente un problema gastro-intestinale (seguaci di DAN, pro-diete) o di altri che correllano sulla basi di non si sa quali dati l’autismo ai vaccini, nonostante il fatto che il medico inglese che ha diffuso questa notizia falsa e dannosa sia stato radiato dall’albo dei medici, visto che questa correlazione NON c’e’. Ma e’ il destino di tutti i blog sull’autismo, essere razziati da questi colleghi genitori irragionevoli, e anche molto sensibili e permalosi: non so quante scuse ho divuto fare su blog vari per esseremi fatto sfuggire parole quali oscurantisti o irragionevoli.
Ma non e’ questo il punto. Io sono il padre di Pietro, autistico di 11 anni italiano ma residente in Olanda da 10. Tempo fa mi hai detto di parlarti di cosa fanno in Olanda per progetti simili al tuo. Oggi pero’ vorrei testimoniare sulla base della mia esperienza personale la maggiore differenza che vedo tra Italia e Olanda per il trattamento degli autistici: l’esistenza delle Scuole Speciali. E’ un argomento che i Italia e’ tabu’, perche’ si associa la scuola speciale alle scuole per matti, si qualifica la scuola speciale solo come strumento di emarginazione etc, e non c’e’ dibattito, e’ un punto che non si discute e basta. Eppure secondo me la Scuola Speciale rimane lo strumento principale per alleviare gli effetti dell’autismo e formare degli autistici educati, piu’ facilmente accettabili dalla societa’, e che grazie ai frutti della cosidetta Early Intervention (educazione mirata che inizia sin da piccini) maturano nella giusta direzione. Ecco, volevo solo metterti la pulce nell’orecchio, secondo me e’ il momento di iniziare in Italia questo dibattito sulle Scuole Speciali.
Complimenti per la trasmissione di ieri (mia moglie ha molto apprezzato in diretta, io me la sentiro podcast), e per la chiara posizione sui vaccini: altri genitori che hanno scritto libri e sono oramai personaggi pubblici non hanno idee altrettanto chiare e possono fare molti danni.
Ciao, Gianluca. Prima di tutto ti vorrei ringraziare per le tue parole, per il tuo impegno. Oggi sono triste, e mi vergogno un pò di vivere in una realtà come quella di Brindisi, la mia città, dove della giornata di ieri non c’è traccia..una città in cui non si parla dell’autismo, in cui, forse, non si sa nemmeno cos’è, concretamente. Solo la scuola elementare frequentata da mia figlia si è mossa per far sentire la sua partecipazione ed il suo sostegno ai genitori ed ai bimbi. Io non mi stanco di lottare, però, e la rabbia verso questa indifferenza mi spinge a fare sempre di più. La libreria di cui ti avevo parlato nella mia precedente mail ha contattato la tua casa editrice ma ancora non ha ricevuto risposta. Sarebbe importantissimo, per noi, Gianluca, averti qui a presentare il tuo libro. Significherebbe obbligare i genitori di bambini autistici che si NASCONDONO (ebbene si! ) a guardare in faccia l’autismo non più come qualcosa di cui vergognarsi, qualcosa da nascondere. Qui al Sud, lo dico con grande rammarico, siamo lontani anni luce dalla consapevolezza, dalla solidarietà. Ti ringrazio, Maria.
Io ho un figlio di 14 anni, Guido, che per molti versi assomiglia a Tommy (tranne che per l’epilessia): averbale, grande e muscoloso, iperattivo e pieno di energia, con forte ritardo cognitivo, nell’insieme una bomba. Penso che uno dei nostri innumerevoli problemi sia costituito dal fatto che sotto la comune etichetta di “autismo” vengano raccolti gli esseri umani più diversi, dal genio informatico affetto da sindrome di Asperger al mio Guido, che mai riuscirà ad avere cognizione di un numero superiore al 3. Convengo con Eugenio: per i nostri figli il modello fiammingo-olandese andrebbe meglio. Il tabù dell’integrazione a tutti i costi porta spesso a disastri. Meglio una struttura in cui il personale sappia trattare la persona con autismo conoscendo le procedure della sua mente e rispettandole. Per non parlare dei problemi sensoriali, dei quali le nostre scuole non hanno nemmeno il sospetto.
Caro Gianluca, lungi da me l’idea di tediarti! Capisco i tuoi problemi che, ricorda, sono anche i miei….scusami qual è l’obiettivo di un blog se non quello di scambiarsi opinioni? Io accetto quelle di tutti ma mi infastidisce solo la chiusura che c’è nei confronti della scienza, che ricorda, sta andando avanti malgrado l’immobilità della medicina ufficiale….ma tu pensi che tutte le scoperte sulle malattie con causa sconosciuta diventino subito “ufficiali”? Mio figlio oggi dopo 2 anni di biomedico sta molto bene, finalmente parla, non ha più stereotipie, commenta quello che osserva, si relaziona con gli altri, gioca e sorride! Ma lo sai che noi siamo seguiti da un gruppo di ricerca di medici che hanno individuato infezioni batteriche croniche nel 90% dei casi di un campione di 50 bambini, ma lo sai che queste infezioni batteriche fredde possono causare infiammazioni cerebrali quando riescono a oltrepassare la barriera emato encefalica? Ma lo sai che che questi “ricercatori” e puntualizzo RICERCATORI stanno studiando la possibile trasmissione batterica durante la gravidanza, cosa che spiegherebbe la presenza di tali sintomi nei primissimi mesi di vita? Ovviamente tutto ciò che scrivo è supportato da analisi fatte su mio figlio presso vari ospedali Pubblici. Con la promessa che non interverrò più sul tuo blog per non infastidire, ti auguro che la situazione di tuo figlio possa migliorare.
Ho tanta paura che il 2 Aprile rimanga come il 4 novembre per tuo nonno…il mio sfogo e la mia riflessione l’ho postata su ” e’ ora di sfatare le troppe mitologia sull’autismo” e forse ho sbagliato ma solo per farti capire che con mio figlio vicino ho ripreso almeno tre volte a scrivere perche’ non ho neanche il tempo di stare seduta davanti al pc….anzi al suo ipad che come Tommy ne e’ tanto entusiasta e possessivo!
bacio a Tommy
poche chiachiere :non ho esperienza di bambini autistici solo un breve periodo come volontaria all’estero ma se c’è da tirare su qualcosa di buono da tutto questo o qualcuno in mezzo alla strada…io ci sono…consiglerei di collegarsi con Roma altruista un sito che raccoglie volontari per molte diverse attività e sicuramente sarebbe ben lieta di dare una mano in questo progetto. Io intanto mi candido per la bassa manovalanza per chiunque abbia bisogno di una mano, fosse anche andare a far la spesa senza lasciare da solo il familiare ammalato…lo so è poca cosa e magari non sempre sarò all’altezza specialmente con i casi più difficili ma preferisco l’azione alle parole.
isabellabadolato@yahoo.it
vorrei dire tante cose….per adesso non ci riesco. ho anche io un classe 98 bello come il sole.ti seguo sempre. grazie.
Gianluca, scusami se mi prendo l’ardire di darti del tu per una colleganza doppia: per i nostri figli autistici e perché anche io cerco di fare il mestiere del cronista da quasi trent’anni, credo che solo chi vive la stessa realtà può capire senza ‘ciglio umido’ ma con la consapevolezza che il nostro quotidiano è questo, non luci blu e giri del mondo in moto.
Ieri sentivo il tuo intervento a uno mattina e mi ha particolarmente colpito il passaggio in cui sottolineavi il paradosso di chi campa di parole e si trova tutti i giorni a fare i conti con i problemi di comunicazione dei propri figli, sentirti dire quello che ripeto da tredici anni e che mi procura gli sguardi ilari degli interlocutori mi ha dato la carica che ti da la consapevolezza di non essere solo. Il tuo libro è fantastico proprio per questo: sei stato capace di raccontare quello che sempre avrei voluto fare io, la quotidianità quella non bella e non brutta solo la quotidianità.
Grazie per tutti.
Un giorno di tanti anni fa,9 per la precisione , nei primi mesi di disperazione mia e di mia moglie dopo aver appreso la diagnosi sul Ns. Emanuele – Disturbo generalizzato della crescita , in una parola Autismo , piangevo disperato sulla spalla din un mio caro amico, e lui con una calma e una dolcezza commovonte mi ha detto: meglio a te che a qualcun altro .
Io al momento sono rimasto di sasso , pensando ma come ci conosciamo da una vita ed è così che mi consoli?? poi dopo alcuni secondi di smarrimento ho capito che forse questi bambini , i bambini delle fate come li chiamo io , arrivano a persone speciali, a persone che hanno il coraggio e la forza di affrontarne di ogni genere dal pubblico al privato, hanno il coraggio di affrontare la vita pensando che non vedranno mai il loro figluolo andare all’università, prendere la patente, sposarsi darmi un nipotino, niente non ci è concesso, ma noi andiamo avanti ed ogni giorno devo ringraziare mio figlio Emanuele che comunque è sempre più quello che ci dà che quello che riceve.
La città della gioia , Bellissimo progetto è un po che lo sento per radio e spero che riusciamo a portarlo anche a Milano.
Un forte Abbraccio
Ambrogio C.
Ambrogio C., ma lo sai che me lo hanno detto pure a me sto fatto che “noi” (io e mia moglie) siamo piu’ adatti di altri a tirare su un bimbo autistico? Forse perche’ siamo un po’ strampalati di nostro. 😉 Bellissimo il tuo intervento Ambrogio, ciglia umide, ogni tanto ci sta, dai.
Scuole speciali.
Premetto che non è mia intenzione aprire un discorso polemico, ne scatenare un flame.
Io credo che i nostri figli non abbiano bisogno di scuole speciali, dove la logica è quella della separazione che fa percepire i ragazzi disabili solo come malati e come elementi di disturbo.
I nostri figli hanno bisogno di essere accolti e accettati per quello che sono. Devono avere la possibilità di giocare e di apprendere, di essere valorizzati per le potenzialità che esprimono, di ottenere tutte le condizioni per poter acquisire anche delle autonomie.
La scuola dell’integrazione, dell’ accoglienza ha migliorato molto la socializzazione dei ragazzi disabili, contribuisce all’accettazione del diverso e a sviluppare solidarietà.
La scuola non deve essere “un ospedale che cura i sani e respinge i malati” (Don Milani, Lettera ad una professoressa).
La scuola della separazione con le classi differenziali per gli allievi con lievi ritardi, ospitate nei “normali” plessi scolastici e le scuole speciali per sordi, ciechi ed “anormali psichici”, situati in plessi distinti, ha resistito fino alla fine degli anni ’60.
Il cammino dell’integrazione scolastica è segnato da decenni di provvedimenti legislativi.
Dalla Legge 517/77 che legittima il diritto a frequentare le scuole da parte dei disabili alla Legge quadro 104/92 che agli articoli da 12 a 16 fissa i principi per una buona qualità dell’integrazione scolastica: “L’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione” (articolo 12, comma 3).
“L’esercizio del diritto all’educazione e all’istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all’handicap” (articolo 12, comma 4)
Già la nostra Costituzione vede l’istruzione come un processo di completamento della personalità. “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”, e il compito della Repubblica è “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (art.3).
L’art.4 riconosce il diritto al lavoro di tutti i cittadini e la necessità di promuovere le condizioni che rendano effettivo tale diritto. Lo stesso principio viene riaffermato per i disabili nell’art.38 dove si legge: “gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale”; mentre l’art.34 afferma “la scuola è aperta a tutti”.
D’altra parte, come possono essere educati ad accettare le disabilità e a essere solidali quei ragazzi che diventano adulti senza aver mai parlato o giocato con un loro coetaneo disabile?
L’Italia è l’unico Paese Europeo ad aver superato il modello delle scuole speciali.
Decenni di dibattito.
PERCHE’ TORNARE INDIETRO?
Antonio, papà “gemello inseparabile” di Valerio.
DD’ accordissimo fino a che è un bambino ( parliamo di strutture scolastiche con adeguato sostegno, non parcheggio come avviene nella maggior parte dei casi). Aspetti che suo figlio diventi adulto e poi saprà dirmi se trova una scuola in cui lui sia felice e abbia un ambiente adeguato alle sue esigenze.
Caro Antonio, non si tratta di tornare indietro, ma di essere realisti e possibilmente non ideologici. La Scuola Speciale consente la specializzazione e l’applicazione di competenze specifiche necessarie generalmente reputate utili nell’educazione di bambini autistici (tipo ABA e simili), insomma, come puo’ un assistente di sostegno da solo applicare tecniche ABA e similii da solo? Ne ha le competenze? I E questo non sempre accade a scapito dell’integrazione. La scuola speciale dove va mio figlio e’ accanto a una scuola “normale”, i ragazzi condividono lo stesso parchetto, e sono previste ore di affiancamento. Scusa se insisto, e scusate la brutalita’, ma leggendo il libro di Nicoletti su Tommy, vedo mio figlio come sarebbe diventato senza scuola speciale, dove e’ stato educato quotidianamente a seguire delle regole, a rispettare i tempi, a vestirsi da solo, a rispettare l’autorita’, a sopportare le deviazioni dalla routine. Giorno dopo giorno, per 7 anni, 8 ore al giorno. Voglio dire, non e’ che ora sa leggere un gran che nonostante gli sforzi dei maestri, ha 11 anni e parla pochissimo, male, ma un po’ parlicchia, E comunque e’ sereno anche perche’ sa comportarsi bene con gli altri, e quindi e’ facilmente accettabile da tutti. E la mia affermazione non si basa su analisi concettuali, ma sulla mia (di mio figlio) esperienza diretta degli ultimi 7/8 anni. Insomma, dice la scienza: l’applicazione di tecniche educative specifiche fin dai primi anni di eta’ danno buoni risultati nel trattamento dell’autismo. Riesce un insegnante di sostegno nell’attuale situazione italiana ad erogare tale supporto. No. Ci riesce una scuola speciale. Si. E allora, prima di scartare a priori la scuola speciale perche’ “crea emarginazione” (che poi me li ricordo i bambini un po’ eccentrici quando ero piccolo a scuola, non e’ che fossero molto integrati, anzi, erano cavoli amari) ci penserei due volte, e forse farei qualche domanda, del tipo: “Ma tuo figlio e’ emarginato?” “In Olanda i disabili sono piu’ emarginati che in Italia?” “Che fine fanno in Olanda gli autistici adulti?”. Inizierei una discussione. Tutto qui.
Ho poi l’impressione che i disabili in Olanda, in quanto esistono come gruppo, hanno piu’ diritti, e sono sicuramente molto piu’ visibili che in Italia. Per cui i normodotati sono molto piu’ esposti ai disabili, appartenenti a una comunita’ diversa dalla loro, ma che va rispettata e aiutata. Pensare ad una Scuola Speciale per autistici con 2 insegnanti specializzati per 7 alunni, come un luogo che crea emarginazione ed essere fieri del fatto che in Italia questo non sia possibilie, come se fosse un segno di progresso, mi fa rabbrividire.
Gentili Nicoletti e Eugenio,
io accennavo alla differenza tra i due modelli di scuola e ai diritti sanciti dalla Costituzione Italiana e da una serie di leggi dello Stato che costituiscono delle misure di protezione per tutte le disabilità.
Capisco che l’argomento possa suscitare equivoci e polemiche, non si tratta di semplice ideologia.
( Ho letto il libro e mi sono emozionato tantissimo perchè mi ha fatto rivivere la mia vita negli ultimi 18 anni. Mio figlio dopo pochi mesi dalla nascita ha iniziato a soffrire di epilessia. La diagnosi “disturbi dello spettro autistico, associati a epilessia” è arrivata dopo oltre quattro anni di violente crisi epilettiche. Tutto questo ti coglie comunque impreparato e ti fa ripianificare, riorganizzare la vita. Inizia un lungo percorso ad ostacoli insieme alla tua famiglia. Questo percorso assomiglia incredibilmente alla storia di Tommaso, alla storia di tante altre famiglie. Un lungo percorso che mi ha fatto incontrare mio figlio e siamo diventati inseparabili. Valerio stesso per molti versi ha molte similitudini con Tommaso. Ragazzone di 18 anni dal fisico tonico che sa essere tanto affettuoso, che ti abbraccia, che ti accarezza, che ti bacia, che ti sovrasta, ma che quando è incazzato ti spacca le ossa).
La scuola parcheggio è una esperienza che ho vissuto. Scuole medie, a Valerio sono assegnate 4 ore di sostegno su 30 di frequenza. Valerio la maggior parte del suo tempo scuola lo trascorre nei corridoi o in giardino. E’ inutile raccontare in che stato lo trovavo quando andavo a riprenderlo. il diritto al sostegno scolastico gli è stato garantito daI Tribunale di Roma che ha ordinato al Ministero dell’istruzione di assegnare il numero massimo di ore (18) per favorire l’integrazione nella scuola. A Valerio questo diritto gli è garantito finchè frequenta una scuola. E’ stato un momento importante. Poi ho cambiato scuola.
Negli anni, Valerio ha avuto un percorso d’integrazione scolastica ottimale, grazie al lavoro svolto da tutti i docenti curriculari e soprattutto di sostegno con la presenza significativa dell’assistente educativo e la collaborazione della struttura che lo segue dal punto di vista cognitivo-comportamentale. La collaborazione è stata proficua per realizzare prevalentemente gli obiettivi della comunicazione, della socializzazione degli scambi relazionali. La differenza la fanno sicuramente i docenti e gli operatori della scuola, ma soprattutto quei ragazzi che hanno imparato il rispetto e la solidarietà verso un compagno di scuola con una grave disabilità. Noi famiglia abbiamo solo cercato di vigilare e favorire la creazione di un ambiente favorevole per nostro figlio.
Valerio è al quarto anno del professionale per operatori sociali. Felice? So di certo che Valerio vuole andare a scuola e lo fa molto volentieri. Ha una discreta permanenza all’interno della classe e gli piace ascoltare le lezioni. Sta diventando un giardiniere provetto! Ha imparato il rispetto delle regole.
Valerio non scrive, non legge, ha abbandonato le immagini e predilige il linguaggio. Ha un vocabolario limitato e inizia a produrre frasi con l’utilizzo dei verbi. (Testimoni “Il piccolo albero di qui” che Nicoletti conosce).
Ciò che voglio dire è che l’Italia avrebbe già un buon modello di scuola se tutti operassero con serietà, soprattutto i governi. Tutti si dovrebbero impegnare per il suo miglioramento.
Tutto questo a me non fa rabbrividire.
E’ inutile rimpiangersi, bisogna fare finchè si hanno energie.
Ad ogni inizio di anno scolastico mi interrogo se “Scuole Speciali” siano più adeguate per mio figlio e sono sicuro che mi farò la stessa domanda il prossimo anno, che farà la terza media, dopo che mi comunicheranno che l’insegnante di sostegno è nuovamente cambiata che ha poche ore e che, come sempre, ricomincia la battaglia per ottenere dei diritti sanciti dalla costituzione e dalle leggi.
In questi anni ho sempre avuto la fortuna (tranne rare eccezioni) di trovare insegnanti che si sono messi in gioco e che hanno avuto l’umiltà di imparare dai genitori (e da psicologi con convinzioni cognitivo comportamentale che ho coinvolto) come trattare un soggetto autistico. L’inclusione dei nostri ragazzi in ambito scolastico è possibile, persone come la professoressa Graziella Roda dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna ci indica pure come fare con progetti del tipo http://ww3.istruzioneer.it/2012/12/17/progetto-300-giorni-per-alunni-con-autismo-nati-nel-1996/
Non ci servono Scuole Speciali, ci servono “insegnanti speciali”: le Scuole Polo che il prof.Carlo Hanau (http://win.uspistruzione.fr.it/2009_10/convegno_fiuggi/atti/hanau/Flavia%20_Hanau.doc) ripete ogni qual volta ne ha facoltà (recentemente ne ha parlato anche a Melog da Nicoletti).
I nostri ragazzi hanno bisogno di stare con ragazzi normodotati in quanto imparano molto dall’emulazione. I ragazzi normodotati hanno molto da imparare dai nostri ragazzi se vogliamo, per il futuro, una società solidale e tollerante.
Noi genitori non ci dobbiamo arrendere a quella che sembra essere un’utopia.
ecco… ti disturbo per dirti solo che… “la festa è finita… gli Amici se ne vanno” anche da noi! ma NON andiamo mai VIA senza darci l’APPUNTAMENTO per la prossima.. e grazie alla contaminazione NON abbiamo già più un fine settimana libero fino ad OTTOBRE! Certo, alcune esperienze sono fattibili per alcuni.. meno per altri.. pèrò, conoscendoci, frequentandoci, diventa sempre meno difficile …
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Io, mamma e maestra, ancora speranzosa. Io sapete cosa vorrei? Vorrei che almeno nella scuola dell’obbligo (termine obsoleto) gli insegnanti, almeno di sostegno, fossero formati per affrontare bambini come i nostri. Io sono furiosa, perchè mio figlio frequenta la scuola in cui io ho la presunzione di insegnare. Fa la terza e in questi anni ha fatto passi da gigante, perchè io non ho mai chiesto nulla di nulla, ma sono lì e allora la maestra di sostegno è di ruolo ed è passabile. Al piano superiore vedo bambini in stato di estrema gravità, non solo certificati da una 104, ma visibili a occhio nudo, non verbali, con tanto di pannolone ecc. ecc. ecc. lasciati per ore davanti al pc mentre la maestra messaggia al cellulare e lì mi incazzo!!!!!!!! Ma proprio tanto!!!! Divento insopportabile e inizio con le minacce e dico che presto la dirigente sarà informata, perchè non è possibile. Poi vado a casa e penso che la maestra prende lo stipendio intero, quando lo prende, perchè da gennaio, nulla, certo, però ha 21 anni, è interza fascia per la scuola comune e non ha mai fatto un giorno di supplenza su sostegno!!!! LEi è colpevole, certo, perchè è comodo dire non sono capace!!! NEppure io ero capace a fare la madre di un bimbo così e io sono fortunata!!! Però il sistema… Ma che scuola è una scuola del genere, che mette una sprovveduta a fare un lavoro delicato quanto importante come la maestra di sostegno!!!! Il sistema è ancra più colpevole. Forse noi genitori davvero dovremmo attivarci prima di tutto perchè i nostri bambini e ragazzi vengano affidati a persone competenti, che possono comunque sbagliare talvolta, ma almeno non brancolano nel buio… Lo stato deve mettere le basi per poter fornire un valido servizio, certo poi sta alle persone e alle cosciente realizzare questa cosa, ma lo stato deve fare la sua parte.Che ne dite?