Tommy guarda alla tv suo padre che parla di lui. Naturalmente non capisce molto di quel che io dica, ma è divertito a vedere la sua faccia. Anche questo è un bel dilemma…Io comincio ora ad andare a parlare del mio libro in tv, dovrò raccontare anche la sua di vita e nemmeno posso chiedergli se a lui sta bene. Già mi arrivano messaggi delle solite vestali che mi scrivono: “Tu a Verissimo, non me lo sarei mai aspettato…”
Ma vadano a quel paese, io corro da chi mi chiama e mi sa ascoltare. Inutile far le verginelle, se si scrive un libro si ha anche la responsabilità di far di tutto perché ogni possibile lettore ne sia informato nel caso potesse interessargli. Poi non ho amici tra le terrazze romane, di sicuro non mi vedrete nel recinto eletto di quelli che pensano di far solo loro la tv dei “buoni”.
Oggi sono stato a Verissimo, un ottimo passaggio secondo me. La redazione aveva preparato una scheda sull’ autismo, asciutta e corretta. Già questo è un caso raro, ho visto in passato dire e scrivere cazzate abnormi sull’ autismo, conduttrici con lo sguardo di circostanza e il ciglio lacrimoso, psicologhe e stronzeggiatori di passo dir la loro su bimbi indaco, ambasciatori degli ufo e fantaminchiate simili.
La Toffanin (viva la faccia!) invece si era letta tutto il libro e ha colto immediatamente di cosa si trattasse. Soprattutto le è stato chiaro che “Insettopia” fosse il vero scopo della mia faticosa decisione di aver scritto di mio figlio autistico, come ha capito che proprio non morivo dalla voglia di venire a parlare in tv della mia vita privata, proprio io che ho sbeffeggiato per anni “casi quasi umani” partoriti dalla televisione lacrimevole.
Immagino quanto io poco mi senta un caso umano sia chiaro a chiunque, tanto chiaro che anche nelle richieste per avermi come ospite si stanno delineando chiare le posizioni tra la tv più laica nelle scelte e quella dei chierichetti e delle madamine puzzalnaso, che naturalmente hanno già detto: “Queeeellooo? Ma scherziamo?”
Chissà perché? Di cosa avranno paura? Io sono tanto buonino…
Bravo Gianluca. Anni fa uscì un bel libro “Mio figlio non sa leggere” di Pirro. Anche in quel caso era il padre che raccontava del figlio. Andrò a comprare il tuo libro. Continua così, ciao.
bravo gianluca !
Ho ascoltato il tuo racconto a verissimo e leggerò il tuo libro con tenerezza mi sei piaciuto bravo continua così e sarai un giorno forse ricompensato.
“buonino” davvero,un padre buono e attento. Ho tanto apprezzato queste tue parole ” dovro’ raccontare anche la sua vita e nemmeno posso chiedergli se a lui sta bene” ,un giusto sentito rispetto.Penso a quante volte in colloquio con medici specialisti sull’autismo ho dovuto chiedere questo rispetto per mio figlio,di non parlare con lui presente come se non ci fosse,anche perche’ sono convinta che il mio ragazzo capisca tutto,forse non sempre,forse non e’ in grado di tenere aperti piu’ canali,ma comprende ed e’ consapevole della sua diversita’.Complimenti per l’intervista a Verissimo,sento e spero che qualcosa finalmente si sta muovendo…
un bacio a tommy
Caro Nicoletti, la seguo con interesse anche se a fasi alterne dai tempi di Golem, e solo recentemente, da circa un anno, ho scoperto che siamo colleghi: anche io ho un figlio autistico, Pietro, di 11 anni. Viviamo in Olanda da 10 anni, e mio figlio va a una scuola speciale da circa 7 anni. Chiaramente non e’ “guarito”, ma noi vediamo continui piccoli miglioramenti e l’impressione mia e di mia moglie e’ che anche grazie alla scuola speciale, siamo mediamente meno infelici dei nostri colleghi genitoridiautistici italiani. Certo un giorno ci piacerebbe tornare in Italia: per questo mi interessa molto il suo progetto Insettopia, La Citta’ degli Autistici, (anche io avevo pensato a una cosa simile anni fa). Ma e’ un progetto vero, o solo un’utopia? Dove posso trovare maggiori informazioni? Mia moglie ha letto il suo libro, ma mi ha detto che non ci sono molte informazioni specifiche. Un caro saluto
non ci sono informazioni perchè ancora è un progetto nella mia testa e poco più, potresti aiutarmi dandomi qualche informazione su come sono organizzati centri simili in Olanda e se funzionano. Qui non c’è assolutamente nulla.
Hai fatto benissimo a parlarne e parlane ancora, ovunque ti invitino. Ogni volta che si parla correttamente dell’autismo è un microscopico beneficio per i nostri figli. Sarà un caso ma da quando è uscito “Se ti abbraccio non aver paura” ogni tanto colgo qualche sguardo curioso dove prima vedevo le solite occhiate pietose o imbarazzate. Leggerò il libro e intento ti ringrazio di averlo scritto.
In Italia esiste la Cascina Rossago, vicino Pavia (http://www.cascinarossago.net/index.php), a cui avevo scritto tempo fa, e mi sono sembrati gentilissimi. In Olanda ancora non abbiamo cercato, Pietro ha ancora 11 anni. Ora ci informiamo meglio e ti facciamo sapere. Quello che sappiamo e che ci sono dei centri per gli autistici piu’ gravi, tipo un ex compagno di scuola di Pietro agitatissimo, che aveva la fissa di scrivere dappertutto, e scappava di casa. I gemitori lo hanno mandato li’, e ora sono piu’ tranquilli, e pure lui sta bene, con le sue routine e le sue fisse. Chiaramente il centro e’ sovvenzionato dallo Stato olandese, se no costerebbe un botto.
Anche io vado a comprare il tuo libro. Bravo Gianluca. Ti seguo dai tempi di Golem.. e quando posso ti ascolto sempre. Non deve essere stato facile.Un abbraccio a te e a tutta la famiglia , gatti compresi!! Antonella
Ciao Gianluca…continua ad andare ovunque ti vogliano ascoltare! Far conoscere l’autismo è il primo passo visto l’ignoranza che c’è intorno a questa patologia. Io ho un bimbo di 5 anni autistico e già a quest’età sono pochi i centri per loro e nel ns caso nessuno raggiungibile o accessibile. Noi viviamo in provincia di Torino e avrei voluto portare mio figlio all’ospedale di Cuneo al centro C.A.S.A. (1 h di strada) ma ovviamente siamo fuori ASL…e quindi nulla.
Il tuo progetto mi piace come idea, ma forse potrebbe essere utile cominciare a definirlo meglio in modo che le famiglie e i professionisti coinvolti possano aiutarti con consigli e contributi di ogni tipo.
Saluti a te e un abbraccio a Tommy
Barbara
Hai dimostrato un gran coraggio. Cosa non si fa per i figli! Bravissimo.
Ti ho seguito oggi a radio DJ.Sono un’educatrice che da anni si chiede perchè non facciamo qualcosa di più per i nostri ragazzi autustici: come giustamente hai detto tu è perchè i dottoroni questo hanno messo a punto e questo dobbiamo fare.Credo che a volte sia molto meglio il buon senso di un genitore che ama suo figlio che tutte le terapie del mondo.Cerchiamo di farli vivere bene, in mezzo alla gente e offriamo loro più esperienze possibili: saranno loro a comunicarci e a farci capire ciò che li fa stare bene!Grazie per il tuo bellissimo libro!Sei una bellissima persona e credo anche un grande padre. Simona