Un signore senza nome ha postato il suo messaggio pieno di rabbia e sguaiatezza nel mio profilo pubblico Facebook. Lo considero così poco articolato che non ho problemi a ripubblicarlo qui, senza nessun particolare livore; l’ insulto anonimo non ha nemmeno lontanamente la dignità dell’ invettiva a cui si può anche rispondere, è solo lo sfogo di chi non ammette pensieri diversi dai suoi.
Colgo tuttavia l’ occasione di questo post per aprire una riflessione che, secondo me, merita di essere approfondita e che riguarda tutti noi genitori di disabili e il problema di come comunicare il nostro disagio. Naturalmente mi pare superflua la premessa che non ho certo detto di togliere risorse ai micetti abbandonati per darle ai disabili, a chi va può ascoltare il Melog di ieri dove parlavo appunto di quali potrebbero essere le proposte concrete per le categorie deboli in un futuro e auspicabile Governo.
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Amico, ti comunico che le persone sensibili verso gli altri animali sono generalmente più sensibili verso gli umani (rispetto alla media ).
Quindi evita di proferire cazzate del tipo “preferirei togliere risorse destinate ai gatti e darle ai disabili” in quanto ci sono tanti borghesotti come te che non fanno niente nè per gli uni nè per gli altri. Eppoi chi è che ti ha detto che per la causa animalista vengano fatte tutte queste offerte?? Il parroco forse?
Siamo con le pezze al culo, molte strutture sono a rischio chiusura.
E sono quelle che magari raccolgono i cani di razza comprati e magari poi abbandonati da individui come te.
Sei solo un povero fesso condizionato che non ascolterò più (anche per non sentire oltre quella voce da checca che ti ritrovi) !
Solidarietà a tuo figlio che si ritrova ,poverino, un padre così cazzone.
Giorgio Dalle
Torino
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Quello che osservai, e che qui vorrei riportare come pensiero, è l’ impressione che nella nostra società sia in atto un processo di deriva dell’istintiva solidarietà che di solito potrebbe suscitare una persona in difficoltà, verso confezioni fittizie ad alto tasso emotivo che sono l’ alimento più consistente delle catene solidali in rete.
Naturalmente parlo degli appelli con foto strazianti o tenerissime a favore di cucciolate orfanelle o desiderose di coccole. Tutto qui…Io rispetto chi abbia una coscienza “animalista”, ma non mi va di contrapporre le categorie umane in una gara su chi sia migliore in ragione della sua sensibilità verso gli animali. Chi ha forte questa spinta altruistica verso le bestie fa benissimo a seguirla, se ne trae giovamento e soddisfazione, ma non pretenda che sia un principio talebano da imporre come condizione indispensabile per meritarsi l’appartenenza alla categoria dei “giusti”.
E’ impensabile che un genitore di disabile possa pensare che le risorse destinabili a suo figlio debbano essere considerate alla stessa stregua di quelle (giustamente e correttamente) impiegate in ospizi per animali. Alla domanda precisa se per me, in una gerarchia di priorità d’ intervento, vengano prima i cuccioli a quattro zampe o quelli a due non potrò mai rispondere in maniera differente a quello che ho ià affermato. Prima i ragazzi disabili poi naturalmente anche cani, gatti e tutto quello che abbia bisogno di attenzione.
Mi rendo conto dell’ estrema impopolarità che suscita questo pensiero, per nulla ruffiano verso una visione del mondo che non ammette oscillazioni. Quello che potrebbe essere semplicemente inteso come un semplice attivismo per il benessere del mondo animale spesso ha derive fastidiose verso un’ appartenenza così tenacemente rivendicata da diventare una religione assoluta.
Persino due importanti uomini politici, a cui palesemente fanno ribrezzo i peli di un cane sulle loro austere grisaglie, si sono piegati alla necessità di farsi fotografare sorridenti tenendone uno in braccio. Era chiaro a loro, come a tutti coloro che cercano facile consenso, che quella fosse la maniera migliore per risultare simpatici e “giusti”. A me di essere simpatico non importa, ma che quello che qui ho scritto sia giusto ne sarei più che convinto.
A testimonianza di quanto letto, riporto un’esperienza personale. Il fratello di mio padre, con una grave forma disocciativo-schizofrenica, riusciva a comunicare solo ed esclusivamente con gani, gatti e volatili che-guarda che roba!-parevano ascoltare più lui che gli effettivi “padroni”. Da novello San Francesco ritrovava non solo la sua pace, ma anche e soprattutto un DIALOGO con le bestiole, che gli rispondevano al pari di esseri umani.
Vera, un volpino anzianotto e provato dalle esperienze negative del randagismo, si faceva coccolare sul capo (azione interdetta a chiunque altro. La risposta sarebbe stata un morso per direttissima…) e Red, micione celebre per la sua arte nel lasciare solchi profondissimi, rotolandosi di godimento, accoglieva carezze e grattini.
In Puglia molte start-up sono riuscite a combinare l’amore per gli animali (e quindi ricoveri e addestramenti specifici) con l’assistenza GRATUITA (o con un fee di ingresso limitato alla quota associativa) per disabili o affini.
Non penso le due cose vadano in conflitto. E non penso ci sia una causa più o meno giusta.
C’è poco su cui polemizzare. O far volare paroloni.
La differenza sta nel fare. E nel non fare. Chi FA merita sempre un plauso.
Io, personalmente, farei più per i disabili perché l’animale (contrariamente all’uomo-o alla donna-con disabilità mentale) ha una sua predisposizione naturale alla sopravvivenza. L’essere umano no.
Purtroppo siamo tutti dipendenti da un qualcosa o un qualcuno. Dieci volte tanto quando, purtroppo, parliamo di autismo.
Nicoletti, una cosa non esclude l’altra. Si possono aiutare gli esseri umani E gli animali senza togliere risorse nè agli uni nè agli altri. Affermazioni sulla priorità degli interventi hanno secondo me, poco senso.
Una piccola nota: le tue trasmissioni aventi oggetto gli animali sono state le più perculatorie che io abbia mai sentito, con i vari Picci e Pucci a farti il solletico in studio. Veramente vergognose. Pertanto mi corre l’obbligo di sottolineare il fatto che la tua affermazione relativa al presunto rispetto nei confronti degli animalisti sia alquanto falsa!
Grazie,
Gabriele Bernardini, un invalido civile.
Nicoletti ti ho sempre seguito e rispettato per la tua intelligenza e sincerità; è veramente triste che tu ti debba abbassare a rispondere ad una persona così ingenuamente crudele verso la vera natura umana. Ho sempre pensato che in questa società i genitori di ragazzi disabili abbiano una sopportazione aumentata della realtà, comune solo a chi deve affrontare il dolore con maggiore solitudine. Un saluto a Tommy e grazie.
nel cuore dell’uomo c’è posto per tutto,compresi cuccioli a 2 e a4 zampe…..una cosa può non escludere l’altra….anzi una può arricchire l’altra …ma certamente dare la priorità assoluta agli animali più che una forma di perversione psico sociale penso debba essere considerata la manifestazione di una grave sofferenza, di una ferita inferta dagli esseri umani e medicata dai cuccioli a 4 zampe..quindi di Giorgio devi avere solo una grande compassione perchè la rabbia che traspare dalle sue parole ci dice chiaramente che è una persona che sta molto ma molto male …praticamente ..uno stronzo.
Purtroppo Gianluca i disabili non sono carini e coccolosi come i cagnolini e i gattini.
Ma soprattutto è di gran lunga più facile occuparsi di cani e gatti piuttosto che di ragazzi disabili, perchè purtroppo la verità è che ostentare l’amore per gli animali è un modo estremamente comodo per sentirsi migliori senza fare troppa fatica.
Ancora! Siamo tutti sulla stessa barca, a quattro o a due zampe, non è una competizione. Tutti dovrebbero avere il minimo sindacale per vivere dignitosamente. Un abbraccio a te e al bellissimo Tommy. Rosssana
Amen fratello
Pazzesche l’ignoranza, l’idiozia e la mancanza di sensibilità di quella non-persona. Nel leggere la Sua risposta, mi sono venute le lacrime agli occhi. Sono talmente sconcertata che non riesco a scriver altro. Anzi no, porti il mio saluto a Tommy se le va, gli dica che ha un’amica che come lui va a cavallo, che si chiama Francesca e che manda a lui, al papà e a tutta la sua famiglia un abbraccio immenso 😉
Anche Hitler amava gli animali. E dal tipo di commento poco sensibile, se è vero che ama gli animali, rende falso il sillogismo da lui esposto.
tralasciando le foto-coi-cani fatte per il consenso (solidarietà a Empatia che si ritrova quel padrone!) credo che il commento da lei ricevuto,per quanto cafone e violento, contenga,nelle prime sette righe,una verità banalissima: non è la catena di solidarietà verso cagnolini, gattini, etc a togliere energie o,peggio,finanziamenti alla catena di solidarietà verso i disabili. Il problema a mio avviso è che tutto è lasciato alle “catene di solidarietà”..ed è ovvio che se per fare la gattara(ammetto,appartengo all’infamante categoria)basta un po’ di tempo e pazienza,l’accudimento dei disabili e la costruzione di una società più attenta ai loro bisogni,e attrezzata di conseguenza,richiede competenze,impegno delle istituzioni,denaro,campagne per la moltiplicazione virale degli ‘sguardi laterali’ in un’ottica di inclusione anzichè di emarginazione..sono due scale di grandezza diverse,davvero.
per il resto sono d’accordo con lei:la deriva buonista dell’attivismo per i 4zampe declinata “come se” non esistessero cose più importanti di cui uno si vuole legittimamente occupare è insopportabile,e forse noi “animalari” saremmo più simpatici se ammettessimo che ci impegniamo in qualcosa che,prima di tutto, ci piace e gratifica,,un hobby insomme, che in quanto tale non deve essere rivendicato come metro di moralità.
mi sembra più che chiaro il mio atteggiamento e quello che ho scritto: il tema non è gattare contro madri di disabili (categorie spesso coincidenti) è la reazione intransigente che non trova giustificazione secondo me. Poi ognuno pensi quel che crede, a me piacciono i pregiudizi gloriosi…Meno quelli abusati come i concetti espressi dal signore.
Piu’ che giusto…sono pienamente d’accordo con te.. ho fatto spesso le tue stesse osservazioni.
Bravo, bravissimo.
Non commento, ma riporto un aneddoto…Lavoro in un centro di riabilitazione per disabili, dotato di un bellissimo parco. Una pia donna viene(non invitata) a dar da mangiare ai cani randagi nel nostro parco lasciando piatti sporchi e causando lo “stazionamento” degli animali nel nostro centro. Quando le è stato detto che non vogliamo che i cani girino per il centro perchè potrebbero essere pericolosi per i nostri utenti, la signora ha risposto che con la nostra cattiveria le abbiamo tolto il sonno e che siamo persone davvero insensibili…….noi…
A mio parere il linguaggio di questo post è più offensivo del contenuto -pur greve. Mi chiedo quando e come re-impareremo il rispetto comune che non è ipocrisia o piaggeria ma senso del decoro e limite di libertà
Ma con che superbia e senso di onnipotenza una persona si permette di giudicare un padre e il suo operato?!? Con la frase “Solidarietà a tuo figlio che si ritrova, poverino, un padre così cazzone.” questa persona mostra tutta la sua ignoranza, superficialità e arroganza, si commenta da solo. Persona così rendono triste questo mondo.
E’ evidente che colui che le ha scritto ha una sensibilità “sopra la media” verso gli umani. Eppure su internet è pieno di integralisti come lui, purtroppo supportati da personaggi di spicco che in loro hanno trovato un facile filone di consensi. Se ha lo stomaco forte si faccia un giro sulla pagina Facebook della Brambilla e scoprirà quanto può essere limitante puntare tutte le proprie risorse in un solo credo. Saluti.
questa notte ci ripensavo…noi abbiamo avuto in famiglia un labrador per 15 anni e quindi si puo’ dire che e’ cresciuto insieme a mio figlio ed e’ stato di aiuto e di piacevole compagnia per lui e per tutta la nostra famiglia ma non sopporto quando si vuole umanizzare gli animali,quando si dice che chi “e’ piu’ sensibile con gli animali lo e’ poi di piu’ anche con gli esseri umani”.. si,come i miei vicini che chiamano il loro gatto amore e tesoro e poi mandano a quel paese la nonna malata di alzheimer!
un bacio a Tommy che si ritrova per fortuna un papa’ come te
Sono convinto che il contatto con la disabilità metta molte persone, non direttamente coinvolte, in difficoltà.
Specialmente la disabiltà psichica viene percepita come qualcosa con cui è meglio non confrontarsi. Così facendo perdono un’ occasione unica per sperimentare l’umanità e l’ amicizia vera
che i nostri figli sanno donare.
Ciao a te e a Tommy
Da una ventina d’anni bazzico il vegetarianesimo, ed ultimamente evito anche latticini, uova et cetera. Nonostante questo mi meraviglio sempre di come si possa perdere lucidità e buon senso e mettere gli animali, o certi animali (delfino versus tonno, o ultimamente cavallo versus mucca) al vertice di ogni piramide di valori.
Il signore che ha inveito contro Nicoletti evidentemente lo ascolta(va) con poca attenzione, perché nelle trasmissioni traspare dalle sue parole, e dal fatto che condivida la vita con svariati animali, affetto, amore o come lo si voglia chiamare, superiore alla media delle persone.
Io preferisco non mangiare animali, perché credo di poter vivere senza (ho fatto mio come un mantra il proverbio dei boscimani del Kalahari), ma non metto l’animale su un piedistallo per poi odiare il mio vicino di casa o chi è, molto o poco, diverso da me.
Atteggiamenti simili mi ricordano certi soggetti di una sinistra ottusa della mia giovinezza, che se eri africano eri loro fratello, ma se vivevi un quartiere più in là eri un nemico.
Dice il boscimano:”Uccidi solo quello che sai squoiare, squoia solo quello che puoi mangiare”
Credo fosse Leonardo da Vinci a sostenere che l’uomo potrà definirsi davvero civile quando tratterà gli animali …come gli uomini…Io sostengo che gli animali saranno davvero felici quando saranno trattati da animali ( con tutto il rispetto e l’amore che questo presuppone…) NON esiste possibilità di paragonare una vita umana ad una vita animale. Punto!